Due giorni fa un altro sequestro lungo le sponde del canale Rio Martino, che segna il confine tra i comuni di Sabaudia e Latina, di strutture costituenti occupazione del pubblico demanio: strutture e passerelle realizzate senza alcuna autorizzazione. Sono in corso i lavori per la riqualificazione del porto-canale, opera finanziata dal Mibact (Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo), e fino al completamento delle opere programmate non sarà possibile rilasciare permessi o rinnovare concessioni preesistenti né per diportisti né per pescatori. Ma a Borgo Grappa in questi mesi, dopo lo sgombero forzato, è successo di tutto.
Questa mattina, presso gli uffici della Questura di Latina, uno degli “Amici del Mare” ha denunciato di essere stato vittima di minacce inquietanti. Un testimone – di cui fornisce il nome – gli avrebbe riferito che, martedì scorso a Rio Martino poco dopo i sigilli apposti dai carabinieri forestali, un gruppo di pescatori e un tecnico della ditta esecutrice dei lavori parlando tra loro avrebbero palesato l’intenzione di organizzare una spedizione punitiva nei suoi confronti, ritenendolo responsabile del blitz del sequestro: “Tanto lo sappiamo dove abita, sta in Q4, andiamo lì e gli bruciamo la macchina, la casa…”, avrebbe detto uno degli interlocutori. E un altro: “No, non sta più in Q4, ora si è trasferito nella casa al mare”. Quanto basta per spaventare a morte il testimone che avrebbe così deciso di mettere in guardia l’amico del mare che, questa mattina, appunto è corso negli uffici della Polizia di Stato preoccupato per possibili conseguenze. Preoccupato di come i suoi “nemici” fossero bene informati dei suoi spostamenti.
I nuovi accertamenti svolti dai carabinieri forestali, che hanno portato al sequestro delle nuove attrezzature notificando gli atti all’associazione dei pescatori professionisti di Rio Martino, hanno preso spunto da una segnalazione effettuata dall’associazione “Amici del mare” che lamentava le violazioni all’ordinanza della Capitaneria di porto con la quale era stato autorizzato il transito dei pescherecci con possibilità di ormeggio momentaneo per il solo carico e scarico delle attrezzature. Ormeggio diventato invece, in questi mesi, un attracco stabile con tanto di pontili, gli stessi sequestrati martedì scorso. Ma a ben guardare la segnalazione conteneva altre situazioni considerate fuori norma, come ad esempio lo scarico del pescato in un’area sprovvista di servizi. All’esposto si allegavano foto specifiche, con pesce depositato a terra accanto a cani e taniche di benzina. La Asl avrebbe individuato altro punto per questa operazione a garanzia delle norme igieniche, ma stando alla segnalazione la stessa sarebbe stata effettuata laddove i pescatori avrebbero realizzato le passerelle abusive.
“Amici del mare” è un’associazione di pescatori sportivi che dalla scorsa estate ha lamentato il fatto di essere stata “cacciata” dal porto-canale con una diversità di trattamento rispetto ai pescatori professionisti. Una critica caduta nel vuoto poiché l’ordinanza di sequestro eseguita a luglio 2016 era a carico di tutti i diportisti utilizzatori delle sponde. La differenza sarebbe emersa invece nel momento in cui la Capitaneria aveva poi consentito il transito ai soli pescatori professionisti, al cui presidente ora è stato notificato il nuovo sequestro. Sigilli per occupazione di pubblico demanio con strutture abusive. Ma a Rio Martino la colpa è stata attribuita a quel maledetto esposto inviato alle autorità, senza che nessuno abbia dimenticato alcuna delle posizioni fuori legge registrate per mesi lungo lo stesso canale, prima e dopo i sequestri. La faida entrata in scena in queste ore appare come una bomba ad orologeria.