Latina, da Bacco e Venere Elena Varvello e “La vita felice”

L’associazione culturale Magma ospiterà la scrittrice Elena Varvello per presentare il suo ultimo romanzo, “La vita felice” (Einaudi, 2016). L’incontro con l’autrice si terrà domani, 25 novembre alle ore 18.00 presso l’enoteca Bacco e Venere.

Elena Varvello è nata a Torino nel 1971. Ha pubblicato le raccolte di poesie Perseveranza è salutare (Portofranco, 2002) e Atlanti (Canopo, 2004). Con i racconti L’economia delle cose (Fandango, 2007) ha vinto il Premio Settembrini, è stata selezionata dal Premio Strega e nel 2008 ha vinto il Premio Bagutta Opera prima. Nel 2011 ha pubblicato il suo primo romanzo, La luce perfetta del giorno (Fandango). È docente presso la Scuola Holden di Torino.

Con questa lettera aperta Elena Varvello presenta il suo libro ai lettori:

La vita felice è la storia di Elia Furenti e di suo padre Ettore.
La storia di un’estate e di una notte, nel 1978.
Eppure per me è molto di più. Ancora prima che Elia venisse al mondo, una figura vaga da principio, appena un’ombra, La vita felice è stata la storia di mio padre – la mia – nell’ultimo periodo che ci è stato concesso.
C’è un solo modo per dire quello che vorrei dire: mio padre era malato. Soffriva di bipolarismo. Era depresso e irrefrenabile. Era un fallito – così diceva, piangendo, di se stesso – ed era un megalomane. Un uomo buono, intelligente e divertente e insieme minaccioso, maniacale, determinato ad acquistare una pistola.
Lo amavo e non lo conoscevo. Era davanti a me e non potevo più raggiungerlo.
È stato allora che è incominciato il mio lavoro di trasformazione.
Facciamo quello che possiamo con quello che ci accade. La vita prende un’altra forma. In questa forma, abbiamo l’opportunità di immaginare ciò che non era immaginabile. Quello che non capiamo, proviamo a raccontarlo.
Se i libri possono salvare qualcuno o qualche cosa, La vita felice mi ha salvata. È possibile che capiti una sola volta nella vita: credo che per me sia questa.
Li lascio andare, adesso, Elia ed Ettore e mio padre. Li guardo allontanarsi.
Dovunque vadano, ormai sono al sicuro. Sono felici, in qualche modo. E soprattutto sono insieme.

Elena Varvello