Latina, il bilancio del fallimento dei metodi di condivisione e partecipazione

Non è stato il bilancio del dissesto finanziario ma del fallimento del metodo della condivisione e della partecipazione. Latina Bene Comune per un giorno intero ha bocciato ad uno ad uno gli emendamenti proposti dalle minoranze, 62 in tutto. Il rigore attorno alle scelte politiche della giunta, ben rappresentate dall’assessore alle finanze Giulio Capirci, ha impedito anche ai consiglieri di maggioranza di indirizzare la ben che minima spesa per qualsiasi altro fine. Loro hanno rinunciato a prescindere. Perché in aula sono arrivati convinti della dotazione di una coperta troppo corta. E allora nessuna delle 62 proposte dell’opposizione, nonostante parere favorevole dei revisori dei conti e del dirigente comunale alle finanze, è stata accolta.

No a mille euro ai centri anziani, neanche 166 euro per le scuole. Nessun emendamento ha fatto breccia. Neanche quello per l’istallazione di un ascensore per il centro anziani “Vittorio Veneto” per consentire agli anziani di raggiungere il terzo piano e frequentare le attività dell’università della terza età. Bocciati anche gli emendamenti per la manutenzione dei parchi giochi Q4 e di piazza Nuova, manovrine da 15mila e 45mila euro. Spazzata via la possibilità di prevedere 200mila euro per l’abbattimento delle barriere architettoniche o di 20mila euro per l’imprenditoria giovanile o di 67mila euro per il diritto allo studio dei bambini appartenenti a famiglie indigenti. Niente da fare: nel bilancio non c’è stato spazio per nessuna scelta diversa da quelle decretate dalla giunta.

Eppure Lbc ed in particolare il sindaco Damiano Coletta, nel corso di questi mesi di governo cittadino, ha parlato di condivisione e partecipazione. Ieri era l’occasione per mettere in pratica il cosiddetto bilancio partecipativo, quella forma che consente ai cittadini (rappresentati in aula dall’opposizione sì, eletta nel suo complesso dalla stragrande maggioranza degli elettori) di vedersi assegnare una quota di bilancio (si ricordano emendamenti da 166 euro) dell’Ente locale a proprio beneficio indipendentemente dalle scelte dell’amministrazione. Un’occasione mancata in un difficile dibattito democratico. E’ prevalsa la diffidenza, sono usciti termini fuori luogo. La pratica dell’emendamento è stato definito un mercanteggiare.

Il bilancio di previsione è stato approvato in nottata all’unanimità dei presenti, i soli consiglieri di Lbc, dopo il dibattito finale e l’abbandono dell’aula da parte dei gruppi di minoranza. “Se per anni si è pasteggiato a champagne – ha detto il sindaco -, ora dobbiamo renderci conto che ci dobbiamo far bastare, e ce lo dobbiamo anche far piacere, il vino bianco. Dei soldi tolti alla comunità con la metro, il cimitero, con le terme, con il ristoro nucleare che non ci sono più ce ne stiamo occupando. Sono i soldi che intendiamo restituire alla città. Questa città ha bisogno di manutenzione, di tornare ad avere gli edifici in sicurezza, in particolare gli edifici scolastici, e questa è stata la nostra scelta”. Dunque, un bilancio da 122 milioni di euro in spese correnti, 66 milioni in conto capitale, 65/70 milioni di euro di debiti potenziali per i contenziosi ereditati dal passato e imposte al massimo con una Tari aumentata dello 0,8% per le utenze domestiche e 2,8% per le altre utenze in attesa della soluzione Azienda speciale della quale non c’è traccia nel Pef approvato l’altro ieri.