Latina, contro il decreto Sicurezza i soli consiglieri di Lbc: il Pd in contraddizione con se stesso

Nell’ultimo consiglio comunale, venerdì sera, è stata approvata la mozione di Latina Bene Comune, a firma dei consiglieri Dario Bellini, Luisa Mobili, Emanuele Di Russo, Loretta Isotton, che “impegna il sindaco e la giunta a chiedere al Ministro dell’Interno e al Governo di sospendere, in via transitoria fino a conclusione dell’iter parlamentare, gli effetti dell’applicazione del decreto legge e ad aprire un confronto con Latina e le città italiane, al fine di valutare le ricadute concrete di tale decreto sull’impatto in termini economici, sociali e sulla sicurezza dei territori”.

“La mozione è passata – sottolinea oggi il gruppo di Lbc – con i soli voti della maggioranza, e qui facciamo alcune riflessioni politiche. Anche in questo caso in aula, ad eccezione del leghista Matteo Adinolfi, l’opposizione era assente, compreso il Partito democratico che in questo modo, ci dispiace rilevare entra in contraddizione con se stesso. Il Pd nazionale infatti appoggia questa linea di sostegno agli Sprar e di critica verso le politiche sull’immigrazione dell’attuale governo. Per fare un esempio, a Bologna lo stesso Pd porta in Consiglio un atto del tutto simile. A questo si aggiunge il fatto che, non più di un anno fa, tutti i gruppi in Consiglio hanno approvato lo Sprar, mentre oggi fanno marcia indietro”.

“Perché è importante per la città la mozione approvata? L’indirizzo affidato dal Consiglio comunale alla giunta e al sindaco – spiegano i consiglieri di maggioranza – pone sul piatto della bilancia numerosi temi sui quali la città si è spesso divisa e che non vorremmo creassero ulteriori divisioni ed incomprensioni. Con il decreto sicurezza, l’accoglienza torna ad essere gestita in modo emergenziale attraverso i centri di accoglienza straordinari che per loro natura e dimensione hanno un impatto più pesante sui territori. Al contrario il sistema di protezione di diretta gestione dei comuni organizzato in maniera più diffusa e meno impattante viene da questo decreto ridimensionato e destinato alla sola accoglienza dei soggetti titolari di protezione e dei minori non accompagnati. Evitare il ridimensionamento degli Sprar permetterebbe di evitare anche tutte quelle situazioni che più allarmano i cittadini: persone per strada, che non sanno dove andare e cosa fare. Giustamente ponendo in primo piano un problema di sicurezza, ma che va nella direzione contraria a quanto prospettato dal governo. Per questo moltissimi Comuni d’Italia e l’Anci stessa hanno chiesto al governo prima della ratifica parlamentare, di sedersi intorno un tavolo ed ascoltare le ragioni degli enti locali, ovvero di quelle istituzioni più vicine ai territori ed ai cittadini”.