“Latina deve uscire da immobilismo e varianti spot”. La ricetta Moscardelli

Claudio Moscardelli

Una terapia d’urto per fare uscire Latina dall’immobilismo e dalle varianti spot. A prescriverla è Claudio Moscardelli, segretario provinciale del Partito democratico. La sua ricetta si basa su quattro azioni essenziali per un rilancio programmatico del settore urbanistico.

Nel mentre il Pd di Latina e Latina Bene Comune si sono aggiornati al dopo Ferragosto per stilare un programma di fine mandato, sul quale ragionare per un eventuale accordo che possa portare il Partito democratico nella maggioranza del sindaco Damiano Coletta e consentire un cambio di rotta dell’azione amministrativa, Moscardelli detta l’agenda del buongoverno cercando di sciogliere uno dei nodi più stretti: l’urbanistica.

“Il settore urbanistico a Latina – afferma – ha bisogno di un rilancio programmando interventi capaci di riqualificare spazi urbani degradati, recuperare siti produttivi dismessi, ridare qualità a tessuti urbani attraverso la demolizione e ricostruzione, sviluppare l’edilizia residenziale pubblica e quella popolare in particolare, sviluppare le funzioni culturali e residenziali del centro storico, dare centralità e direzionalità attraverso funzioni pubbliche con cui dare anima e identità ai quartieri connettendoli in una nuova trama urbana policentrica, pedonalizzare il lungomare attraverso il completamento della viabilità retrostante come leva per lo sviluppo della Marina; un nuovo sistema di mobilità e un nuovo sistema di parchi urbani secondo il concetto di città giardino che può e deve caratterizzare Latina con il concorso del pubblico e del privato (imprese, associazioni, centri sociali e condomini)”.

Insomma, sembra guardare lontano Moscardelli… partendo da subito, ripianando gli errori del passato e colmando gli ultimi tre anni di vuoto.

“Occorre avere idee chiare sullo sviluppo della città e fissare in un documento programmatico le linee guida di una nuova pianificazione che poggi sulla collaborazione tra pubblico e privato utilizzando gli strumenti disponibili per conseguire obiettivi di qualità urbana e di standard eccellenti di vivibilità”, dice Moscardelli che diventa perentorio quando afferma che “il Comune deve utilizzare la legge sulla rigenerazione urbana per favorire o interventi diretti delle imprese o interventi programmati attraverso un bando pubblico per il recupero di aree produttive dismesse individuate con programmi integrati e convenzioni per ottenere opere pubbliche per operazioni di demolizione e ricostruzione con i premi previsti dalla legge in relazione all’efficienza energetica e alla sicurezza antisismica”.

Il segretario del Pd pensa al centro storico, alla città nuova, alle funzioni dei quartieri, alla Marina, al ruolo dei borghi e alla caratterizzazione del verde e delle funzioni culturali. Tutti tasselli di identità della riqualificazione e dello sviluppo della città da fissare in una delibera quadro di indirizzo.

E torna sulla Marina con la pedonalizzazione dell’attuale lungomare e la perimetrazione delle attuali costruzioni per una variante che incentivi il cambio di destinazione di uso da case private a strutture ricettive o di servizio al turismo e la riqualificazione o la sostituzione del patrimonio edilizio secondo standard di qualità.

“Occorre completare la viabilità retrostante, pedonalizzare il lungomare, rafforzare la depurazione delle acque e realizzare nell’area tra le dorsali del Colmata e del Mastropietro le strutture ricettive turistiche – scende nel dettaglio -, gli impianti di turismo sportivo e il parco termale. Quest’ultimo tema esige la consapevolezza che il patrimonio pubblico ‘storico’ di decine di ettari del parco termale non può essere abbandonato pena la perdita di dignità dell’intera città”.

“Latina deve uscire da immobilismo e varianti spot”, sostiene Moscardelli e per fare ciò servono quattro punti che il segretario provinciale del Pd elenca nel seguente modo:

1) un documento programmatico generale di sviluppo della Città che abbia come obiettivi la sua riqualificazione e non consumare territorio, un nuovo disegno urbano che dia forma alla Città, la connessione attraverso reti di infrastrutture per la mobilità per la veicolazione delle informazioni, reti di servizi culturali, sociali, sportivi, ambientali, una nuova qualità urbana con l’efficientamento energetico, la riduzione delle emissioni di anidride carbonica, la mobilità sostenibile, l’innalzamento della qualità degli spazi urbani e del verde per puntare ad una città giardino, la soluzione di nodi irrisolti come l’integrazione tra la città di fondazione e la città nuova, una nuova tessitura della trama urbana che punti a rafforzare le funzioni del centro storico che debbono essere molteplici a partire dalla nuova residenzialità e indicare funzioni pubbliche e culturali per dare anima, identità e centralità ai quartieri anche periferici, affrontare i temi della valorizzazione del territorio a partire dalla Marina.
2) delibera di utilizzo della legge per la rigenerazione urbana oltre gli interventi diretti dei privati sempre utilizzabili. Obiettivo principale recupero aree produttive dismesse e riqualificazione di spazi e tessuti urbani degradati.
3) un coraggioso piano casa attraverso l’edilizia economica e popolare di grande qualità che utilizzi i massimi standard di bioedilizia, efficienza energetica, sicurezza sismica e qualità architettonica. Gli interventi debbono riguardare il centro storico da ripopolare e tutte le aree utili per contribuire alla nuova forma urbana attraverso la ricucitura e tessitura di una trama urbana di grande qualità in termini di servizi, di mobilità, di spazi verdi e di funzioni pubbliche .
4) un piano infrastrutturale e di mobilità dentro la città , in rapporto ai Borghi e al sevizio del territorio sull’asse Mare – Monti e in collegamento con le grandi reti infrastrutturali a partire dall’autostrada Roma-Latina, la bretella Campoverde-Cisterna-Valmontone e le opere compensative previste a partire dalla tangenziale nord est , il completamento del collegamento con Frosinone .