È partito dal Comune di Latina, con il primo incontro dedicato a Nilde Iotti, il ciclo di appuntamenti su “Le Donne della Repubblica – Cinque protagoniste che hanno cambiato l’Italia”, organizzato dall’assessorato Agricoltura, foreste, promozione della filiera e della cultura del cibo, pari opportunità della Regione Lazio, in collaborazione con la Fondazione Nilde Iotti e Lazio Innova.
Al termine dell’appuntamento è stata scoperta una targa per dedicare a Nilde Iotti una sala presso la Biblioteca Aldo Manuzio di Latina.
“Partiamo da Nilde Iotti – dichiara l’assessora alle Pari opportunità della Regione Lazio Enrica Onorati – raccontiamo la sua storia, di donna e di politica, la prima donna a presiedere la Camera dei deputati per quasi 13 anni e per ben tre legislature. Nilde Iotti è un simbolo importantissimo, oggi come ieri, di impegno politico, civile e sociale, di studio e di preparazione. Sul tema della parità tra uomini e donne c’è ancora tantissimo da fare e da dire, nei gesti concreti di ogni giorno, nel linguaggio, nella scelta delle parole, nel modo di pensare. Spero davvero che questo messaggio arrivi a tutti. Grazie al Comune di Latina, al sindaco Damiano Coletta e all’assessora Patrizia Ciccarelli – conclude – per aver voluto ospitare la prima tappa di un percorso che ci vedrà raccontare sino a dicembre, in altri 4 appuntamenti sul territorio, le vite delle donne della Costituzione: Tina Anselmi, Angela Maria Guidi Cingolani, Angelina Merlin e Elettra Pollastrini”.
“L’eleganza della politica – ha dichiarato Livia Turco, presidentessa della Fondazione Nilde Iotti – questa è la grande eredità che ci lascia Nilde Iotti. Eleganza dell’animo, perché era una donna che ascoltava tutti, della parola, perché ha creduto molto in una politica popolare, colta e preparata, ed eleganza perché era una donna che amava la sua femminilità. Ci ha lasciato non solo un modello di buona politica, ma di leadership femminile, nel suo essere così consapevole del suo valore e dei suoi talenti, così capace di buttarsi in prima persona ma sapendo tessere il ‘noi’ e il gioco di squadra tra donne”.