Freddo e pioggia. I bollettini meteo degli ultimi giorni mostrano, qualora ce ne fosse bisogno, che anche a Latina fa ancora freddo. Ma quando l’assistenza ai poveri diventa mero esercizio istituzionale il risultato è che gli “ultimi” della società continuano a dormire all’aperto, nonostante le avverse condizioni climatiche. A sollevare la polemica è il Partito comunista, rappresentato da Sergio Sciaudone. Il compagno che da anni si occupa dei senzatetto, portando avanti una battaglia umanitaria.
“Il dormitorio per l’emergenza freddo è chiuso dal 15 marzo – commenta il segretario del Partito comunista – nonostante le temperature siano rimaste al di sotto della media e la pioggia non accenni a smettere, ma questo all’amministrazione Coletta pare non turbare più di tanto il sonno. Dovevano cambiare il libro, non hanno voltato pagina ed hanno addirittura cancellato il concetto di assistenza agli ultimi. Preveniamo le ignobili bugie di prassi con le quali si risponde a chi critica l’operato ‘dei giusti tra i cittadini’: non è prassi la chiusura a metà marzo, le precedenti amministrazioni non sospendevano il servizio per l’emergenza freddo finché le condizioni climatiche non erano migliorate. Nel 2012 si chiuse il servizio la mattina del 2 maggio, provocando tra l’altro l’occupazione dei portici del Comune da parte dei senzatetto”.
“Ci si aspetta sempre qualcosa di più, da parte di chi dice di voler cambiare, o meglio, non ci si aspetta che il cambiamento sia in peggio, ma ormai l’amministrazione Coletta ci sta abituando al cambiamento in peggio. Unica speranza per i poveri latinensi è che arrivi la bella stagione”, conclude Sciaudone.