C’era una volta, a Latina, l’isola ecologica della Chiesuola. Oggi il sito si è trasformato in una discarica a cielo aperto. Non è una notizia dell’ultima ora, è piuttosto la sintesi di tre anni di totale abbandono. La notizia di oggi è che il comitato di quartiere ha raccolto 200 firme e presentato un’istanza popolare rivolta al sindaco Damiano Coletta per chiedere informazioni e sapere se è intenzione dell’amministrazione comunale di bonificare il sito, ristrutturarlo e riattivarlo. Di seguito il comunicato stampa di Vincenzo Valletta, primo firmatario dell’istanza popolare, presidente del comitato di quartiere e anche esponente della Lega, partito che – si annuncia nella nota – presenterà sul caso un’interrogazione consiliare.
“Era il 28 Dicembre 2015 quando, per motivi di sicurezza, con nota del Servizio Ambiente prot.176786 il Dirigente Dott.ssa Grazia De Simone disponeva “la chiusura immediata del Centro di Raccolta dei rifiuti ubicato in Via Congiunte Destre località Chiesuola, fino all’avvenuta esecuzione degli interventi di messa in sicurezza e ripristino della stessa”.
Interventi e lavori di ripristino mai avviati! All’epoca il ripristino e la messa in sicurezza era una cosa di poco conto; una colonna in ferro della tettoia posta a copertura dei punti di raccolta rifiuti, fu urtata e danneggiata da un mezzo in fase di carico di un cassone. La riparazione non è stata mai eseguita e conseguentemente alla chiusura dell’impianto l’esterno dell’immobile comunale è divenuto una discarica a cielo aperto con cumuli di rifiuti di ogni genere compresi scarti di lavorazioni aziendali, abbandonati da persone incivili sul ciglio della strada all’ingresso del centro abitato.
Il 28 maggio 2018 in Commissione Ambiente l’assessore Roberto Lessio, riferendo sulle attività relative al servizio di raccolta rifiuti cittadino, dava evidenza della prossima apertura di un centro di raccolta in via Massaro, in aggiunta a quello di via Bassianese, e alla ristrutturazione in corso di quelli esistenti alla Chiesuola e a Latino Scalo.
“A distanza di 3 anni e svariati annunci autoreferenziali dell’amministrazione comunale nulla è cambiato – dichiara Vincenzo Valletta presidente del locale Comitato di quartiere e primo firmatario dell’istanza popolare – la struttura comunale versa in uno stato di completo abbandono altro che ristrutturazione in corso! Il muro di cinta è distrutto, il locale ufficio vandalizzato dal quale ignoti hanno asportato gli infissi ed arredi e nel piazzale interno, oltre alla vegetazione che sta’ ricoprendo tutto, residui di elettrodomestici e televisori sparsi a terra lasciati lì a testimonianza del lassismo e del totale menefreghismo”.
L’istanza popolare è una domanda formale rivolta al Sindaco a mezzo della quale vengono chieste informazioni su fatti concernenti la comunità cittadina al fine di promuovere una migliore tutela di interessi collettivi e/o diffusi. Il Sindaco o suo delegato deve rispondere entro trenta giorni o per particolari esigenze “motivate” entro e non oltre i sessanta giorni dalla presentazione. Questo è previsto dal Regolamento Comunale per la Partecipazione e l’Iniziativa popolare, approvato con Deliberazione di C.C. n.24 del 16/4/2014.
“Abbiamo raccolto 200 firme a fronte delle 50 necessarie – continua Valletta dirigente della LEGA e responsabile politico per i borghi di Latina – e chiediamo di conoscere se è intenzione di questa amministrazione comunale di provvedere alla ristrutturazione dell’immobile e di riattivare il servizio del punto di raccolta rifiuti differenziati. Inoltre si richiede se, oltre la cartellonistica apposta, sia stato installato idoneo impianto di video sorveglianza ai sensi dell’art. 13 del D.Lgs 196/2003 per individuare e sanzionare coloro che abbandonano illegalmente rifiuti di qualsiasi natura sul piazzale antistante la struttura comunale”.
I mancati controlli generano un altro fenomeno: si possono notare nei cumuli di rifiuti anche molti scarti di lavorazioni aziendali; scampoli di tessuti, barattoli di vernice vuoti, polistiroli, plastiche di ogni genere, componenti di auto a dimostrazione che anche tra le aziende c’è qualche furbetto che conferisce rifiuti illecitamente evitando così di sostenere i costi di smaltimento altrimenti generati utilizzando i canali che la normativa impone.
Aspettiamo fiduciosi la risposta all’istanza popolare – conclude Valletta – e personalmente sarei curioso di sapere quanto costa ai cittadini di Latina il singolo intervento di rimozione dei cumuli di rifiuti con l’ausilio di una ruspa e camion con cassone per via degli enormi quantitativi! Quanto paga il Comune di Latina in discarica per conferire le tonnellate di rifiuti indifferenziati? In tre anni quanti interventi di bonifica e smaltimento sono stati effettuati ed a quanto ammonta il totale speso? A tal proposito la LEGA presenterà una interrogazione in Consiglio Comunale.
Inoltre, tralasciando gli incassi derivanti dalle mancate sanzioni per abbandono illecito di rifiuti, probabilmente al Comune di Latina sarebbe convenuto riparare la “famosa” colonna in ferro piuttosto che dover oggi investire somme considerevoli. Bastava riaprire l’Isola Ecologica di Chiesuola e riattivare un servizio che, grazie agli operatori della Latina Ambiente, ha funzionato in maniera eccellente fin dal 2008 (anno della sua messa in funzione) al 23 dicembre 2015 data della morte dell’impianto e fine di un nobile esempio di educazione ambientale per i più giovani”.