Nell’ambiente del giornalismo pontino lo chiamano “Cartavetro”, nella realtà è una delle firme più accreditate del Messaggero di Latina: Giovanni Del Giaccio, di Anzio dalla testa ai piedi, è uno dei candidati sindaco della cittadina neroniana. Sposato con Sabrina, padre di Arianna e Gaia, Giovanni ha 50 anni. “Cartavetro” scrive di Latina da una vita, approdato nella storica redazione di Latina Oggi, dopo aver fatto il corrispondente da Anzio per la stessa testata, è stato per lunghissimo tempo punto di riferimento sul territorio pontino per l’agenzia giornalistica Ansa. E’ poi è stato tra i fondatori del “nuovo” quotidiano “Il Territorio” e caposervizio del quotidiano “La Provincia”, giornali ormai chiusi da tempo, prima di approdare nella prestigiosa redazione del Messaggero di piazza del Mercato. Un cronista a tutto tondo, specializzato nella cronaca nera e bianca con particolare piglio per le notizie relative al complesso pianeta della sanità. Non è un caso infatti che abbia scritto il libro-inchiesta “Sangue sporco. Trasfusioni, errori e malasanità” presentato nei migliori salotti della cultura del Belpaese. Chi lo conosce sa che è uno che non si ferma mai. E’ solito dire “mica mi faccio mangiare il c…o dalle mosche”. Ecco il Cartavetro. Pane al pane, vino al vino. Sembra ancora di sentirlo a Radio Megasound quando aveva 15 anni.
Giovanni, quando o perché un giornalista si candida sindaco?
La mia scelta è frutto dell’impegno civile di una vita nella mia città, testimoniato dalle colonne del Granchio prima e poi dal mio blog. Sono vent’anni di gestione che non condivido: ho deciso di fare questa esperienza convinto di cambiare in meglio il futuro della mia città, Anzio.
Hai iniziato questa avventura con una formazione civica, poi hai fatto l’accordo con il Partito democratico. Come mai?
Forse non tutti lo sanno ma io nel 2007, qui ad Anzio, sono stato il fondatore del Pd. Il Pd è un po’ casa mia. E poi, è bene sottolinearlo, il Partito democratico per vent’anni in questa città non ha mai governato. Si potrà contestare il fatto che non abbia svolto bene il ruolo di opposizione, ma questo poi lo vedremo.
Vent’anni di una gestione non condivisa, di sfaceli. Ad esempio?
L’urbanistica che da mare, cultura e natura è diventata varianti, cemento e furbizia. E poi la situazione finanziaria del Comune di Anzio che, nonostante i proclami del sindaco Luciano Bruschini, è catastrofica: è stata prevista la vendita di beni per 17 milioni di euro entro l’anno, non avverrà mai; così non si va da nessuna parte.
Del Giaccio “sindaco” cosa promette ai suoi concittadini?
Un modello di sviluppo che rovescia il paradigma che passa dagli appalti piccoli o grandi per tot numeri di posti di lavoro a lavoro per tutti promuovendo eventi internazionali sulla base della nostra storia, come ad esempio lo sbarco di Anzio. Prometto una gestione rigorosa delle finanze e un piano straordinario di recupero crediti, prevedendo anche un sistema di rateizzazione. Prometto di ripartire dalla legalità delle cose quotidiane.
Tra cinque o dieci anni, nella migliore delle ipotesi, o tra un mese nella peggiore tornerai a fare il giornalista. Pensi che l’esperienza politica maturata possa crearti problemi?
Direi proprio di no. A Latina mi occupo di cronaca e non di politica o questioni amministrative di Anzio.
Qual è la cosa più strana che si è detto ad Anzio sulla tua candidatura?
Che la mia candidatura avrebbe favorito Candido De Angelis, che invece non poteva avere un concorrente peggiore di me.
Chi ti ha incoraggiato in questa avventura?
Amici e professionisti passati per Anzio, condividendo un diverso modello di città, Anzio un’altra città.
La tua amica Barbara Palombelli, non è residente ad Anzio, e non potrà votarti…
Il suo sostegno me lo ha già dato simbolicamente su Facebook, e la ringrazio.