Latina, il palazzo Key tornerà a nuova vita: il Demanio presenta l’istanza di condono

Dopo decenni di abbandono e una confisca definitiva sancita dalla Cassazione sei mesi fa, il palazzo Key si avvia verso un futuro di riqualificazione. Come riportato da IlMessaggero Demanio ha presentato al Comune di Latina un’istanza di condono, necessaria per completare (o meglio, ristrutturare completamente) l’edificio, ridotto ormai a uno scheletro.

Il progetto: il Key nel piano di valorizzazione urbana

L’istanza riguarda specificamente le coperture delle facciate degli ultimi piani, realizzate prima dello stop ai lavori. Ma il Key è anche un punto centrale dell’accordo tra Demanio e Comune, siglato lo scorso dicembre, per la valorizzazione di diversi edifici cittadini.
L’intesa nasce da esigenze comuni:
Per il Demanio, il recupero dell’edificio permetterà di risparmiare sui fitti passivi, che oggi pesano per circa 3 milioni di euro annui, soprattutto per le sedi giudiziarie.
Per il Comune, significa accedere gratuitamente alle risorse progettuali del Demanio per ristrutturare e riqualificare altri immobili di proprietà pubblica.
L’obiettivo finale è quello di destinare uffici e sportelli pubblici a sedi adeguate, rispondendo alle necessità di entrambi gli enti. Una volta formalizzato l’accordo, verrà definito un piano operativo con i dettagli sugli edifici coinvolti e i relativi utilizzi.

Le parole del sindaco Celentano

A Piazza del Popolo c’è soddisfazione per l’inserimento del Key nel progetto. Dopo la confisca definitiva, il sindaco Matilde Celentano aveva espresso la volontà di acquisirlo al patrimonio comunale, ma l’operazione avrebbe comportato costi elevati. Ora, grazie all’intervento del Demanio, sarà possibile riqualificarlo senza oneri per il Comune.
Il grattacielo Key venne inaugurato nel 1966 come spazio espositivo per la vendita di mobili. L’attività proseguì fino ai primi anni ’80, poi seguirono tentativi di ristrutturazione falliti e complesse vicende giudiziarie. Nel 2007 il palazzo venne venduto per 2,5 milioni di euro, un prezzo ritenuto troppo basso da uno dei soci coinvolti, che avviò una serie di denunce e processi. La controversia si concluse con la confisca definitiva del bene.
Dopo anni di abbandono, il palazzo versa in condizioni critiche, con un rischio costante di caduta calcinacci, tanto che le aree circostanti sono transennate da tempo. Ora, però, il Key è pronto a tornare a vivere e a diventare una risorsa per la città.