Latina, in Comune delibere ad alto rischio corruzione. Parola del segretario generale. Iovinella racconta il pressing sullo stadio

La segretaria generale Rosa Iovinella e la presidente della commissione Affari generali Mariana Aramini

Delibere di giunta e di Consiglio del Comune di Latina sono ad alto rischio corruzione. E’ scritto nell’ultimo aggiornamento, approvato a luglio 2018, del Piano triennale anticorruzione ed è stato ribadito oggi dal segretario/direttore generale Rosa Iovinella in commissione Affari Istituzionali.

All’ordine del giorno dell’organismo consiliare presieduto da Marina Aramini l’esame della proposta deliberativa di approvazione Regolamento per la disciplina del diritto di accesso agli atti dei consiglieri comunali (punto rinviato alla prossima seduta) e, su richiesta della consigliera Nicoletta Zuliani, l’iter amministrativo delle proposte di deliberazione. Un argomento tecnico, quest’ultimo, per addetti ai lavori, dal quale è però emerso un dibattito politico avviato dalla segretaria Iovinella, che è anche responsabile dell’anticorruzione dell’ente.

L’avvocato Iovinella, dopo aver spiegato con grande padronanza della materia la formazione delle delibere sia esse di giunta e di Consiglio comunale secondo il nuovo schema previsto nel Piano Triennale Anticorruzione – una sorta di vademecum per redigere le delibere in modo tale da renderle formalmente standardizzate e quindi facilmente consultabili – ha voluto fare un excursus storico rappresentando il fatto che ai tempi dell’amministrazione a guida del sindaco Giovanni Di Giorgi (non ha fatto il nome ma ha ben contestualizzato il periodo) gli atti pubblicati all’albo pretorio erano su file word, senza firme e senza allegati, e soprattutto senza che fosse ben chiara la provenienza della proposta. Delibere illegittime? Hanno chiesto i consiglieri di opposizione. Più tardi il segretario ha detto che per rispondere a questa domanda avrebbe dovuto consultare i fascicoli delle delibere per verificare se gli atti fossero corredati dei necessari visti e relativi allegati. Ma intanto aveva già passato in rassegna anche le delibere del commissario straordinario Giacomo Barbato: formalmente corrette, ma con la proposta del dirigente allegata alla delibera. “Noi – ha aggiunto – nelle nostre delibera la proposta del dirigente, redatta sulla base dell’indirizzo fornito dall’assessore, è contenuta all’interno e non allegata, perché all’interno dell’atto ci sono tutti gli elementi in fatto e in diritto”.

“Quando ci siamo insediati – ha commentato il segretario generale – abbiamo ricevuto dagli uffici forti pressioni per l’approvazione di delibere relative allo stadio. Avevano tutti i parerei tecnici favorevoli, compreso quello dei revisori dei conti, ma mi sono battuta affinché non fossero portate all’esame degli organi collegali per il voto. Non era ‘convincente’ la proposta… poi è arrivata Olimpia”. Un sasso nello stagno, nascondendo la mano? La segretaria non è entrata nel merito né delle delibere proposte né delle azioni di pressing né degli uffici che avrebbero esercitato tali pressioni.

Ma intanto il dibattito, questa mattina in commissione, si è spostato su altri aspetti del Piano triennale anticorruzione, ovvero sulle misure di prevenzione del rischio. Rischio che appunto resta alto, altissimo, ha detto la segretaria generale dell’ente. “Cioè, nonostante tutte le precauzioni previste nei due Piani anticorruzione deliberati da questa amministrazione il rischio è ancora alto?”, ha domandato la consigliera Zuliani. Affermativa la risposta di Iovinella. Le domande che ci si devono porre, ha suggerito la segretaria sono: “Chi ha redatto la delibera? Arriva dai nostri uffici o da esterni?”.

Questa mattina in commissione si è parlato anche di “delibere patologiche”, quelle la cui proposta giace per mesi negli uffici e quelle “normali” che arrivano alla segreteria generale che nel giro di pochissimi giorni è in grado di verificarne la correttezza e di inviarle al Consiglio o alla giunta. Ma si è parlato anche della discrezionalità del dirigente, autore della proposta deliberativa. Fino a che punto il dirigente può agire con discrezionalità? Questa la domanda del consigliere Emanuele Di Russo a cui è seguita la risposta del segretario generale: “La responsabilità penale è sempre personale, il dirigente è libero di delinquere. E’ per questa ragione che attraverso il processo di standardizzazione degli atti cerchiamo di limitare al massimo l’eventuale rischio”.

La discrezionalità degli atti ha ricondotto l’argomento al noto fatto che ha visto la segretaria generale protagonista in una querelle con l’ormai ex dirigente ai lavori pubblici Annunziata Lanzillotta. Impossibile entrare nel merito della questione da parte dei commissari: un argomento da commissione Trasparenza, ha detto la presidente Aramini.

La commissione, su richiesta del consigliere Olivier Tassi, ha inoltre affrontato anche la questione relativa ad eventuali pareri dell’avvocatura dell’ente sull’iter di formazione delle proposte deliberative. Iovinella ha detto che il parere del legale dell’ente può essere chiesto dai consiglieri o dai dirigenti che propongono la delibera e che il Piano anticorruzione prevede che il segretario comunale, per delibere relative al riconoscimento di debiti fuori bilancio, possa avvalersi del parere dell’avvocatura.

Altro argomento della seduta: l’ufficio Giunta e Consiglio: “Quando sono arriva a Latina, questo ufficio non esisteva”, ha esordito sul tema la segretaria generale. Pronta la smentita di Raimondo Tiero: ai tempi di Taglialatela c’era eccome, c’erano almeno una decina di persone impiegate. “Ma io – ha replicato Iovinella dando seguito ad un botta e risposta – quando sono arriva qui questo ufficio non c’era”. Forse perché prima di questa consiliatura, ha risposto qualcuno dall’opposizione, c’era il commissario che forse non ne aveva bisogno.

Di seguito gli audio e le foto della commissione