Latina, Iva evasa nel commercio di auto. In tre nella rete dei finanzieri

Sono tre le persone finite nel mirino dell’operazione Easy Rider, poiché ritenute responsabili a vario titolo dei reati di riciclaggio e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte nell’ambito di una maxi-frode all’IVA nella commercializzazione di veicoli industriali. Questa mattina i Finanzieri del Comando Provinciale di Latina hanno disposto gli arresti domiciliari per uno dei tre, un divieto di dimora e un’interdizione dall’esercizio di attività commerciali.

Le indagini, coordinate dal Sostituto Procuratore della Repubblica di Cassino, Dott. Roberto Bulgarini Nomi, sono state effettuate tramite l’analisi di movimentazioni bancarie, intercettazioni telefoniche, acquisizioni documentali sul territorio nazionale e all’estero. In particolare, le Fiamme Gialle della Compagnia di Formia hanno accertato che un soggetto di Gaeta, attraverso alcune società a lui riconducibili ma intestate a prestanome, con sedi legali fittizie a Milano e Roma, aveva messo in atto il classico meccanismo della “frode carosello”: si tratta cioè dell’acquisto di autoveicoli nuovi in ambito comunitario sospesi dell’IVA e successiva vendita in Italia con applicazione dell’imposta, senza però che questa venga versata all’Erario.

Le società utilizzate per attuare la frode, non hanno mai istituito la contabilità, né presentato alcuna dichiarazione fiscale e di conseguenza non hanno mai versato le imposte, risultando a tutti gli effetti sconosciute al Fisco. Il valore dei veicoli commercializzati senza versare l’I.V.A., ammonta a circa 20 milioni di euro mentre è stato quantificato in oltre 4 milioni e mezzo il mancato introito per l’Erario. Il meccanismo fraudolento consentiva di vendere su tutto il territorio nazionale ai clienti finali (in maggioranza autotrasportatori) gli automezzi a prezzi nettamente inferiori rispetto a quelli di mercato, alterando così la normale concorrenza del settore.

I proventi illecitamente accumulati venivano sistematicamente ed abilmente riciclati dal dominus della frode con l’aiuto della moglie, intestataria di conti correnti e società create ad hoc, e di un commercialista connivente a Milano.

L’indagine era stata avviata già nel 2019 tra le province di Latina e Milano, a seguito di diverse segnalazione di operazioni sospette inviate dall’UIF e che nel corso delle attività investigative ha già consentito di eseguire un sequestro, finalizzato alla successiva confisca anche per equivalente, di beni per quasi 2 milioni di euro riconducibili ai tre indagati. Sequestrati, oltre alle disponibilità finanziarie depositate sui conti correnti anche autoveicoli e motoveicoli di lusso, nonché beni immobili, tra i quali un appartamento di pregio nel centro di Milano e una villa in zona panoramica di Gaeta.

Inoltre, grazie a quanto emerso dalle indagini, sono stati condotti numerosi controlli di natura fiscale nei confronti dei soggetti economici coinvolti nel sistema di frode che hanno portato alla contestazione di rilevanti importi sottratti a tassazione. In capo alle persone fisiche sono stati inoltre proposti per la tassazione i redditi derivanti da proventi illeciti accumulati.