Latina, la piscina contesa e il Comune sbattuto fuori: “Ma staccheremo i contatori”

Una strategia di breve periodo, in attesa di sapere come finirà quella a lungo termine. Sulla questione della piscina comunale (meglio, delle due piscine comunali: quella coperta del palazzetto e quella scoperta che gli è stata scavata accanto) l’amministrazione comunale di Latina prova a dare un’idea di fil rouge di fronte alla guerra innescata dai privati che, in forza di una convenzione trentennale, tengono in scacco un pezzo dell’associazionismo sportivo cittadino. Dunque: dopo l’ordinanza di qualche giorno fa, e notificata ieri dalla polizia locale, con cui il Comune impone l’immediata riapertura della piscina scoperta e diffida la Nuoto 2000 e il suo titolare Roberto Pellegrini a consentire l’accesso alle altre società, il Comune ha inviato gli atti alla Procura della Repubblica e si prepara a mostrare i muscoli.  “Siamo determinati a staccare i contatori”, assicura il vice sindaco Paola Briganti. Che parla anche della battaglia legale, da combattere su due fronti, sia civile che amministrativo, laddove la giunta Coletta pensa alla contestazione della partita crediti/debiti e alla revoca della concessione.
REGOLE AD PERSONAM Nel corso della conferenza stampa con cui il sindaco Damiano Coletta e la sua vice hanno tentato di fare chiarezza sui rapporti tra l’amministrazione comunale e la società che ha realizzato la piscina scoperta e nel 2006 ha ottenuto la gestione degli impianti, sia coperto che scoperto. “Un rapporto anche particolarmente complicato da ricostruire – ha detto Coletta – che ci sta portando via tante energie e ci costringe a togliere tempo anche ad altre emergenze in cui la città si trova. Ci troviamo ancora una volta ad affrontare situazioni in cui sembra che le regole siano state fatte ad personam”. “Un rapporto nato male e proseguito malissimo – ha insistito Paola Briganti – di cui non troviamo passaggi in consiglio comunale ma atti che non sono regolari. E soprattutto che fanno sorgere mille dubbi”. Due aspetti assurdi, tra tanti. Uno è di natura economica. Il Comune non ha mai proceduto alla divisione delle utenze e nel contratto è più volte esplicitata la regola che fin quando non saranno separate sarà l’amministrazione comunale ad accollarsele. Solo il gas da riscaldamento, per esempio, è una voce di spesa da oltre duecentomila euro l’anno.
Un altro di natura sportiva. Nel contratto si fa riferimento alla gestione dell’impianto scoperto solo per il periodo estivo, quando i campionati di pallanuoto, si sa, come la stragrande maggioranza degli sport di squadra, si disputano d’inverno. “Curioso, no?”, ha sottolineato la Briganti, che ricorda anche un’altra circostanza. Per lasciare libera la piscina tre ore al giorno, cinque giorni alla settimana,  per consentire l’attività di altre associazioni, il piano economico finanziario prevede l’obbligo per il Comune di versare alla Nuoto 2000 anche 160mila euro l’anno. Della serie, giudicate voi.