A venti mesi dall’accordo quadro siglato a luglio del 2016 con la Fim Cisl e la Uilm Uil, l’Aviointeriors di Latina Scalo sta viaggiando a gonfie vele verso il primo giro di boa del piano industriale che ha come obiettivo quello di riposizionare l’azienda tra le prime quattro al mondo nel settore della produzione di equipaggiamenti interni per aeromobili commerciali di tutte le classi.
Dalle stelle alle stalle
Già presente negli anni ’70 nella zona di Tor Tre Ponti, l’azienda viene rilevata nel 1986 dalla famiglia Veneruso che opera a Napoli nello stesso settore e che in poco tempo decide di trasferire tutta la produzione nello stabilimento di Latina dove arriveranno anche gli operai partenopei. Negli anni ’90 l’Aviointeriors conta mille dipendenti. Ma non è tutto oro ciò che luccica.
Mentre l’azienda disegna, certifica e produce poltrone innovative dallo stile inconfondibilmente “italiano”, un misto di bellezza e qualità capace di renderla negli anni Novanta unica nel suo genere e famosa presso tutti gli operatori del settore, si insinuano al suo interno gli effetti della crisi economica planetaria incombente. Con il nuovo millennio la concorrenza fa passi importanti, soprattutto con l’avvento delle produzioni orientali che sconquassano gli equilibri di mercato. Aviointeriors tenta la strada del contenimento dei costi, mantenendo a Latina la produzione “quando tutti ‘gli altri’ sono andati in Romania ed Albania prima e dopo in Cina”. “Una scelta coraggiosa – rivendica oggi l’azienda – ma non sempre ‘popolare’: mantenere la concorrenza significa anche contenere i costi, avere una capacità produttiva ridotta, puntare ad innovare, investire sempre in prodotti nuovi, che incontrino il gusto dei clienti, proteggersi dallo spionaggio industriale, del quale Aviointeriors è stata più volte vittima”. Ma come sappiamo l’azienda di Latina Scalo tocca il fondo nel 2014 con il licenziamento di 150 operai, giunto dopo mesi di ritardi nei pagamenti, mancato rispetto del contratto nazionale. Seguiranno mesi di lacrime e sangue per gli operai di Aviointeriors, di denunce, blocchi stradali, sit-in, presidio permanente, manifestazioni sindacali, esposti alla Procura, indagini della Guardia di Finanza, mancati accordi presso la Regione Lazio per soluzioni improponibili. L’azienda non ha scampo, deve cambiare politica.
La risalita
Dopo una lunga ed estenuante battaglia sindacale arriva una proposta di accordo che sarà però bocciata attraverso un referendum interno. La maggioranza degli operai respingono al mittente quella che per l’azienda era la soluzione migliore per andare avanti e avviare il piano di rilancio industriale. L’azienda non si arrende e attraverso una serrata comunicazione con le sigle sindacali e con gli operai, riuscirà a portare avanti l’accordo quadro sottoscritto a luglio 2016 da Fim Cisl e Uilm Uil a cui aderiranno individualmente la maggioranza dei lavoratori. Resta fuori l’Ugl metalmeccanici che a tutt’oggi mantiene un profilo molto critico nei confronti dell’azienda accusandola di aver “estorto” l’adesione dei lavoratori. Oggi, a venti mesi di distanza, c’è invece chi continua a difendere quell’accordo e lo rivendica con orgoglio dal momento che ha già prodotto buoni risultati. “Non si poteva dire di no a quell’accordo – spiega Andrea Minniti oggi segretario regionale della Fim Cisl, all’epoca segretario provinciale – poiché prevedeva in primis il mantenimento dei livelli occupazionali e dei perimetri produttivi e di gamma all’interno dello stabilimento di Latina Scalo e in secondo luogo il ripristino della base del contratto di categoria, degli scatti di anzianità e l’erogazione di importi una tantum a fronte del congelamento di una parte dei superminimi individuali”. Minniti continua a seguire le vicende dell’Aviointeriors e lo farà fin quando gli operai non saranno definitivamente condotti in acque sicure. Per il sindacalista si inizia a vedere la luce in fondo al tunnel. Esterna fiducia nella strada intrapresa per uscire dal brutto capitolo dell’Aviointeriors, ma al contempo resta vigile.
Dello stesso avviso il segretario provinciale della Uilm Uil Roberto Caccavello. “A due anni dalla firma di questo importante accordo, non posso che essere soddisfatto per come si stanno realizzando tutti gli obiettivi contenuti nello stesso. Brevemente mi piace ricordare in ordine di importanza: rispetto integrale del Ccnl, manteniamo dei livelli occupazionali con reintegro di alcuni dei licenziati, assunzione, alcune di queste a tempo indeterminato, accordo di secondo livello con un riconoscimento economico che mediamente si attesta su 150 euro mensili, riconoscimento delle professionalità con relativi passaggi di categoria ripristino del servizio mensa. La cosa più importante che è cambiato il rapporto con il sindacato e i lavoratori. Si respira un’aria diversa, basata sul rispetto e la partecipazione delle parti. L’augurio che faccio è che si possa continuare così per portare a termine la completa applicazione dell’accordo, che vorrei ricordare termina nel 2018 con il ripristino dei super mini. Il nostro impegno continuerà senza tralasciare niente di quello che sono gli impegni che ci siamo presi con chi rappresentiamo”.
“Ad oggi Aviointeriors – fanno sapere dall’azienda – dopo circa 20 mesi dalla vigenza dell’accordo, ha aumentato il proprio budget e il numero di commesse, migliorato sensibilmente il proprio fatturato e aumentato gli organici, rafforzando le funzioni strategiche quali design, progettazione, certificazione e commerciale e assumendo oltre 30 operai diretti alla produzione da dicembre 2017 ad oggi. Ha istituito una vera e propria Accademia di ingegneria per gli Interiors–Aviointeriors Academy, che quest’anno vedrà realizzata la sua seconda edizione con giovani laureati delle facoltà di ingegneria aerospaziale della Federico II di Napoli e la Sapienza di Roma: ai migliori verrà data la possibilità di proseguire, oltre il periodo di tirocinio, con un contratto di lavoro. L’azienda, che nelle intese aveva concordato anche un premio di risultato al raggiungimento di determinati livelli di budget, sta erogando mensilmente un premio aggiuntivo alla retribuzione, a riprova che gli obiettivi che l’accordo sindacale si era posto erano concreti e lungimiranti”.
I retroscena
Insomma per una volta un esempio di ripresa economica, nonostante gli strascichi giudiziari del periodo buio, per i vertici aziendali accusati per omessi rimborsi fiscali in busta paga e per alcuni ex dipendenti accusati di aver impedito l’ingresso presso lo stabilimento agli operai di turno. Nonostante il coinvolgimento dell’imprenditore Alberto Veneruso, pochi mesi dopo la sigla dell’accordo, in un’inchiesta per bancarotta fraudolenta e l’appropriazione indebita relativa alle società Agv e Alfer. Tutt’altro che oasi felice per l’Ugl metalmeccanici che continua a denunciare l’illegittimità dell’accordo. Sulla vicenda l’azienda si è riservata di adire le vie legali.
Le prospettive future
L’azienda ha avviato una nuova fase strategica operando una forte focalizzazione sul core business, una continua innovazione di prodotto e di processo, che punta ad ottenere prodotti sempre più sicuri per i passeggeri e leggeri per i clienti, permettono di tenere il passo nel complesso scenario internazionale. Il numero di risorse si attesta a 240 unità ma con l’intento del mantenimento delle produzioni a Latina e dei livelli occupazionali fino al 2019, “anno nel quale l’azienda dovrebbe completare la prima fase di un piano industriale che la porterà ad essere, nuovamente, tra le prime 4 aziende al mondo”.