Latina, lottizzazione abusiva all’ex Seranflex: indagato anche Bianconi

Il megastore Globo

Si allarga l’inchiesta del sostituto procuratore Giuseppe Miliano sull’ipotesi di lottizzazione abusiva configuratasi attorno all’ex Seranflex, la proprietà della Cosmo sita alle porte di Latina, posta sotto sequestro da luglio scorso. Alla lista dei sette indagati (Giancarlo e Piero Piattella, Ventura Monti, Luca Baldini, Patrizia Marchietto, Fiorella Abbenda e Nicola Di Nicola) se ne aggiunge un ottavo. Si tratta del noto costruttore di Latina Roberto Bianconi, che nel 2005 in qualità di amministratore della società Latina Fiori acquistò la proprietà ex Seranflex dagli eredi Serao che poi rivenderà alla Mimosa Park, amministrata da Giancarlo Piattella. L’iscrizione nel registro degli indagati trova ragione dall’esito degli ultimi accertamenti svolti dal Nucleo investigativo della Forestale in base al quale Bianconi non si sarebbe limitato al solo acquisto dell’immobile, sede di un opificio dismesso, intervenendo nella definizione della domanda di condono presentata dagli eredi Serao, che era rimasta in stallo per il mancato versamento di alcuni oneri, e dando poi successivamente all’acquisto del 2005 mandato al geometra Piero Piattella di progettare la demolizione e ricostruzione del sito.

In pratica, secondo gli inquirenti, Bianconi formalizzò sì la compravendita con i Serao soltanto dopo l’ottenimento, nel 2003, della sanatoria di vecchi ampliamenti che determinò un cambio di destinazione d’uso dell’immobile da prevalentemente produttivo a commerciale, per altro non richiesto dai titolari, ma lo stesso avrebbe anche pilotato il condono utile poi alle mire della Mimosa Park.

Sebbene per il condono “allegro”, la posizione di Baldini (tecnico convenzionato con il Comune di Latina per la definizione delle pratiche di condono) nell’ambito di una specifica inchiesta della Procura della Repubblica trovò riparo nel 2012 nella sopraggiunta prescrizione dell’abuso d’ufficio, lo stesso e gli altri “attori” della complessa vicenda – con l’aggiunta di Bianconi – sono oggi indagati per lottizzazione abusiva emersa, secondo le indagini coordinate dal Pm Miliano, lungo la strada regionale Pontina quasi alla vigilia dell’apertura del megastore Globo, da parte della Cosmo, nota società abruzzese, rappresentata da Di Nicola, giunta a Latina per investire nel commercio al dettaglio di abbigliamento, calzature e accessori e probabilmente inconsapevole dei passaggi edilizi precedenti al suo acquisto dell’immobile.

Salvato il condono, per sopraggiunta prescrizione, la Mimosa Park chiede e ottiene dal Comune di Latina, a firma del dirigente dell’ufficio tecnico Ventura Monti, un permesso a demolire e ricostruire sulla base di un progetto (redatto da Fiorella Abbenda) che prende sostanzialmente per buona la destinazione commerciale dell’immobile, che sembrerebbe per altro smentita dalla testimonianza della famiglia Serao. Direttore dei lavori sarà poi lo stesso tecnico che aveva istruito la pratica di condono ritenuta viziata da falso, Luca Baldini.

Nel 2013 la Mimosa Park chiede una variante in corso d’opera, istruttore della pratica Patrizia Marchetto. Seguiranno una Scia e una Cila, del 2014 e del 2015, e il passaggio di proprietà alla società abruzzese Cosmo.

I lavori sono questi ultimati al chilometro 69, 600, in località Borgo Piave, quando gli agenti del Nipaf, il 28 luglio scorso, appongono i sigilli per lottizzazione abusiva. Perché? Si chiederanno in molti, visto che il condono viziato era stato “graziato”. La risposta è rasoterra.  Su un fondo di 32mila metri quadrati, 8.500 dei quali occupato dai locali che avrebbe dovuto ospitare il megastore Globo, c’è una distesa di parcheggi per una superficie di circa 23mila metri quadrati. L’area parcheggi della vecchia Seranflex occupava una superficie di 9.000 metri quadrati… su terreno agricolo. Dunque, un parcheggio abusivo che non era stato inserito nella richiesta di condono. I nuovi proprietari, impegnati a demolire e ricostruire lo stabile trasformandolo da opificio a commerciale, hanno “dimenticato” di regolarizzare il parcheggio magari attraverso una richiesta di variante. Una svista? Per realizzare una superficie commerciale di 8.500 metri quadrati i parcheggi diventano una condizione indispensabile, tant’è che predisporranno un’area di gran lunga superiore a quella già in uso dalla Seranflex, passando da 9mila e 23mila metri quadrati in difformità al Piano regolatore generale che tra l’altro in quella zona prevede una fascia di inedificabilità assoluta entro 40 metri dalla sede della strada Pontina. Uno scivolone senza precedenti per una regia attenta ad orchestrare il maxi cambio di destinazione d’uso. Per gli inquirenti non varrà neanche la tesi dell’inconsapevolezza dal momento che è stato acquisito un certificato urbanistico rilasciato dal Comune di Latina che nel 2014 accertava la destinazione rurale del terreno, sito in zona H del Piano regolatore generale. Certificato richiesto dalla Mimosa Park per ragioni fiscali.

Il sequestro eseguito dalla Forestale è stato ordinato dal Gip Mara Mattioli su richiesta del sostituto Milano. Contro l’ordinanza è stata poi presentata al Tribunale del Riesame la richiesta di dissequestro, sulla base di una complessa perizia di parte volta a dimostrare sostanzialmente che lungo la Pontina di parcheggi ce ne sono a volontà. Il collegio presieduto dal giudice Silvia Artuso ha rigettato l’istanza, confermando il sequestro. Ora la notizia dell’ottavo indagato.

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