Latina, Maietta indagato per la variante: a Malvaso gli metto una bomba e gli faccio saltare la palazzina

Il cantiere Malvaso sequestrato a gennaio 2015

Il quadro che emerge dall’inchiesta a carico della cricca di Latina, un sodalizio organizzato per mettere il Comune al servizio di interessi privati – come ricostruito dagli inquirenti il cui lavoro ha portato ieri all’Operazione Olimpia -, appare stupefacente per il coinvolgimento “spregiudicato” – così viene definito nell’ordinanza del Gip – del deputato Pasquale Maietta (Fratelli d’Italia). La sua posizione è al vaglio della giunta per le autorizzazioni a procedere. Il parlamentare pontino è accusato anche di concussione.

Pasquale Maietta
Pasquale Maietta

Nelle 500 pagine che ieri hanno portato all’arresto dell’ex sindaco del capoluogo pontino, Giovanni di Giorgi, di altri politici, di dirigenti comunali e imprenditori locali, il ruolo di Maietta appare tra i più rilevanti della ipotizzata associazione a delinquere finalizzata a tessere una rete attorno alla speculazione edilizia, allo spacchettamento dei lavori pubblici e alla gestione illegale degli impianti sportivi. L’onorevole “fratello”, secondo gli inquirenti, non ha difficoltà a mettere sotto pressione i dipendenti comunali affinché ad ogni schiocco di dita corrano a sistemare le pratiche tutte a beneficio del Latina Calcio, di cui è presidente: “Tu non sai chi sono io – minacciava -. Mi vuoi fare la guerra? Te la faccio io a te, informati bene chi sono e risolvi questo problema”. Il tecnico istruttore del servizio manutenzioni del Comune di Latina, Nicola Deodato, finito in carcere anche lui, doveva provvedere all’illuminazione dello stadio Francioni dove era stata organizzata una manifestazione notturna. Elena Lusena, ora ai domiciliari, doveva correre, senza risparmiarsi salti mortali, nella stanza del sindaco perché c’era Pasquale che attendeva notizie sugli atti “necessari” all’ampliamento della tribuna. Minacciava Maietta in nome della squadra del cuore, per poi preoccuparsi, invece, dell’inchiesta sulla variante Malvaso in cui pure lui era incappato per aver partecipato alla votazione della delibera di giunta che aveva favorito l’edificazione extra large dell’immobile del consigliere comunale Vincenzo Malvaso, da ieri in carcere a Velletri. Eloquente la conversazione intercettata tra lui e l’ex assessore all’urbanistica Giuseppe Di Rubbo, arrestato ieri e tradotto nel carcere di Latina.

Giuseppe Di Rubbo
Giuseppe Di Rubbo

Maietta lamenta a Di Rubbo di essersi trovato indagato dalla magistratura per una situazione che non conosceva. L’onorevole si lamenta, si sfoga e fa capire a Di Rubbo che è necessario “intraprendere un discorso teso a tutelare quelle persone che sono coinvolte nell’inchiesta, mettendo da parte gli interessi economici delle parti. “Pe’ – si rivolge a Giuseppe Di Rubbo – altrimenti s’annamo a fa male, Pe’. Io non consento a nessuno di giocare con il mio c…lo”. Di Rubbo tenta di tranquillizzarlo, ma Maietta non si lascia convincere e aggiunge: “Se fai del male a me, io faccio del male a te, a Malvaso, a te… non me ne frega un c….zo, è”. Di Rubbo sembra ancora sdrammatizzare: “Nessuno vuole fare male a nessuno”. E Maietta: “Siccome qua, l’unica preoccupazione è che si bloccano i la…., a me non me frega un c…zo dei piani. Se blocca la città, se blocca tutto, però i c…lo de Pasquale non se gioca, capito?”. Nella conversazione si discute dei piani particolareggiati e dell’opportunità di correggere gli “errori” commessi. Di Rubbo vorrebbe una soluzione diplomatica piuttosto che portare i piani in Consiglio perché sostiene che la Regione sarebbe stata poco chiara. Maietta, lo “spregiudicato”, non si lascia confondere e ribadisce: “Bisogna intraprendere il percorso che consente, a coloro che sono indagati, in questo momento, senza sapere un c…zo, di poter uscire il meglio possibile”. E alla fine della fiera, evidentemente non convito dalla strategia suggerita da Di Rubbo, Maietta afferma che se non funziona e alla fine gli ritorna in quel posto, lui lì non se lo fa mettere a gratis…. Motivo per cui affida al suo interlocutore un’ambasciata per Malvaso invitandolo a rinunciare sostanzialmente alla costruzione di Borgo Piave: “ Perché sennò je metto na bomba e gliela faccio salta’ la palazzina. Lo faccio, è. Quindi non è un problema… quindi avvisa che lo faccio” . Maietta temeva di non potersi ricandidare.

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Vincenzo Malvaso