Latina, Carlo Miccio presenta “La trappola del fuorigioco” presso La Feltrinelli

Martedì 8 Agosto alle ore 19:00, di fronte alla libreria Feltrinelli di Latina, si terrà la presentazione del libro di Carlo Miccio dal titolo “La trappola del fuorigioco”. L’incontro si inserisce all’interno delle manifestazioni culturali patrocinate dal comune di Latina e avverrà in piena Ztl. L’autore sarà intervistato dal direttore della Feltrinelli Massimo Bortoletto.

Di seguito la scheda del libro diffusa dall’editore e il link della rassegna stampa del libro che sta ottenendo buone critiche da chi lo ha letto:

“La trappola del fuorigioco” di Carlo Miccio è un romanzo che, come una sorta di cartina al tornasole, ci accompagna all’interno delle dinamiche di un ambiente familiare in cui si annida ed esplode un disagio mentale.

Giugno 1975: la travolgente avanzata elettorale del PCI di Berlinguer minaccia di sconvolgere l’ordine politico e sociale dell’intero paese. Per Sebastiano La Rosa, 40 anni e una diagnosi di Depressione Bipolare Schizoaffettiva, si profila il peggiore degli incubi: un paese in mano a barbari che bruciano chiese e sequestrano case. Una paura capace di spingerlo nel baratro psicotico sotto gli occhi di suo figlio Marcello, dieci anni, che la realtà la decifra solo attraverso il gioco del calcio. E che al significato della parola comunismo, e al senso vero delle paure di suo padre, ci arriverà scoprendo le meraviglie del calcio totale: un modulo perfetto praticato dalla nazionale olandese sotto la guida del suo rivoluzionario condottiero, il compagno Johan Cruyff.
Inizia sul campo di calcio un cammino di trasformazione che porterà negli anni quel ragazzino a trovare la maniera per gestire l’ingombrante presenza della malattia paterna e le sue stesse reazioni emotive davanti alla paura e al pericolo.

Anni dopo, quando chiesi a mia madre di quella notte, lei raccontò che mio padre aveva iniziato a urlare che c’era il demonio nascosto in casa da qualche parte, e andava scovato e cacciato, come aveva fatto San Michele Arcangelo con la sua stramaledetta spada di fuoco.
Io avevo quattro anni, lei era incinta di mia sorella e, fino a quel momento, della malattia di mio padre non ne aveva mai avuto sentore. E forse neanche lui. In genere, a sentire i medici queste patologie insorgono entro i trent’anni. Lui ne aveva ventinove, quella sera. La sera che per la prima volta ebbi paura di lui. Pensavo che volesse farmi del male. 
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