Latina, naufraga a Rio Martino: Marika ha perso tutto. Senza documenti, abiti e soldi, la velista svedese ospite del camping

La barca di Marika, insabbiata, finita contro gli scogli e affondata

Marika ha perso tutto, insieme alla sua barca a vela affondata davanti al porto-canale di Rio Martino a Latina lo scorso 18 luglio. Da cinque giorni vive nel vicino camping, ospite dei titolari che le hanno dato una tenda in cui ripararsi, assicurandole anche i pasti. “Qui potrai restare fin quando ne avrai bisogno”, le hanno detto al campeggio di Rio Martino. Una gentilezza dettata da una spontanea solidarietà per una donna incappata in un incidente di mare dal quale è fortunatamente uscita indenne ma che le ha lasciato in “eredità” i soli vestiti che aveva addosso. E’ senza documenti e senza soldi, lontana dalla sua Svezia.

In solitaria nel Mar Tirreno, lo scorso mercoledì è uscita dal porto di Anzio diretta verso sud. Consultando le carte nautiche, disponibili su Navionics, giunta all’altezza di Rio Martino, ha deciso di fare una sosta, ma all’imbocco del porto-canale si è subito accorta che la profondità del fondale non era quella riportata, pari a tre metri, ma molto inferiore tanto da mettere a rischio la sua imbarcazione, di nove metri, con un pescaggio di un metro e mezzo. Ha subito tentato una manovra contraria, ma la sua barca si è insabbiata e poi schiantata contro gli scogli, imbarcando acqua e posizionandosi su un fianco. Ad oggi, a seguito delle mareggiate delle ultime ore, il relitto si è anche riempito di sabbia. Per rimuoverlo occorrono delle attrezzature specifiche. La Capitaneria di Porto, subito intervenuta al momento dell’incidente, è poi tornata per dei sopralluoghi. E sapete qual è una delle principali preoccupazioni di Marika in queste ore? Che la sua barca a vela è diventata come un rifiuto speciale in mezzo al mare, in danno dell’ambiente.

E mentre al camping si cerca di capire chi, come e quando sarà recuperato il relitto e a spese di chi, tanti velisti si sono interessati alla sfortunata avventura della svedese, supportandola da un punto di vista umano e mettendosi a disposizione per un eventuale supporto nel disbrigo di pratiche burocratiche. La perdita dei documenti non aiuta. Intanto Marika vuole sdebitarsi della preziosa ospitalità e si è offerta di mettersi a lavorare all’interno del campeggio. “Non se ne parla proprio”, le hanno risposto i titolari. La turista svedese ha conquistato la simpatia degli abitanti di Borgo Grappa e dintorni, “ma non quella delle istituzioni”, lamentano in zona dove oltre alla Capitaneria di Porto non sarebbero stati “avvistati” altri uomini e donne delle pubbliche amministrazioni.

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