Torna di forte attualità la querelle relativa all’affidamento del ruoto del presidente del CdA dell’Azienda dei Beni Comuni da parte dell’amministrazione di Latina al dottor Palmerini, nomina finita nel mirino dell’ANAC e su cui ora l’opposizione attacca con una nota ufficiale:
“Avevamo avvertito più volte che la nomina del dottor Palmerini a presidente del CdA di ABC avrebbe comportato un evidente e pericoloso conflitto d’interessi nella gestione dei rifiuti. Purtroppo, le nostre preoccupazioni sono state ignorate, ignorate dalla maggioranza politica ma ignorate evidentemente anche da chi è preposto a tutti i controlli di legittimità dell’Ente. Ci chiediamo cosa faceva il responsabile anticorruzione del Comune quando accadeva tutto questo? E gli organismi di vigilanza dov’erano?
Oggi grazie agli approfondimenti dell’ANAC abbiamo accesso a dati che raccontano molto. E dobbiamo ringraziare l’Autorità Nazionale Anticorruzione perché del resto, da quando si è insediata questa amministrazione, ABC si è trasformata in un sommergibile in immersione permanente. Gli atti arrivano in Consiglio solo quando strettamente necessario e all’ultimo secondo, oppure con clamoroso ritardo come nel caso dei bilanci 2023 e 2024. E anche quest’anno ci apprestiamo ad approvare il bilancio NON nei tempi stabiliti.
Il management dell’azienda – che nella precedente consiliatura partecipava spesso a commissioni e sedute consiliari per relazionare sulle scelte operate – ora è del tutto assente dal confronto con i Consiglieri comunali, pur trattandosi di un’azienda del Comune al 100%. La trasparenza, evidentemente, è diventata un optional.
Un esempio lampante è la rimodulazione del calendario del Porta a Porta: una modifica che incide fortemente sul servizio, sulla vita dei cittadini e dei lavoratori ormai esausti e fortemente preoccupati, una modifica che non è MAI stata discussa né in commissione né in Consiglio comunale. Non un solo esponente della maggioranza ha avuto il coraggio di spiegare o motivare una decisione di tale portata. Eppure è stata concordata e condivisa con l’amministrazione Celentano. I danni prodotti da questa scelta sono evidenti a tutti.
I numeri parlano chiaro e sono numeri che contribuiscono a far aumentare la TARI. Nel 2021, anno di avvio in una piccola porzione di territorio del Porta a Porta, il Comune di Latina ha pagato a Rida Ambiente 7,2 milioni di euro per il conferimento dell’indifferenziato. Nel 2022, con l’estensione del servizio PORTA A PORTA al 90% del territorio comunale (escluso il centro), la cifra si è abbassata drasticamente a poco più di 4 milioni di euro: un risparmio enorme a beneficio della città e delle casse comunali.
Nel 2023, anche a causa dell’aumento del costo a tonnellata autorizzato dalla Regione (inflazione, crisi energetica, guerra in Ucraina), la spesa è nuovamente schizzata: il Comune paga 6,4 milioni di euro. Ma l’incremento va ben oltre l’aumento da inflazione ed è conseguenza diretta dell’inerzia e della gestione inefficace del ciclo dei rifiuti da parte dell’amministrazione Celentano.
La conferma di tutto questo arriva ancor di più nel 2024, quando il costo per il conferimento dell’indifferenziato sale ancora: dai 4 milioni di euro del 2022 a circa 7 milioni di euro del 2024. Un dato che mostra come la quantità di rifiuti indifferenziati, invece di diminuire, continui ad aumentare. Ricordiamo che per legge Latina dovrebbe raggiungere il 65% di raccolta differenziata. Il trend attuale va esattamente nella direzione opposta.
Nel frattempo la Rida Ambiente – società per la quale Palmerini ha svolto, e probabilmente ancora svolge, importanti attività di consulenza – continua a fatturare al Comune per il conferimento dell’indifferenziato. E chi gestisce ABC? Sempre Palmerini, in veste di Presidente. E’ chiaro anche ad un bambino che se la missione di ABC (da statuto: differenziare bene i rifiuti) VA MALE, chi ne guadagna principalmente è chi ha nel suo CORE BUSINESS la gestione dei rifiuti indifferenziati.
Un cortocircuito evidente, che oggi trova conferma nelle valutazioni dell’ANAC.
Anche il nuovo piano industriale va in questa direzione sbagliata: costerà ai cittadini altri 8 milioni di euro e rappresenta una scelta che lega ulteriormente Latina a impianti per il trattamento dell’indifferenziato, come quello della Rida Ambiente.
È noto infatti che i cassonetti stradali non consentono di raggiungere alti livelli di differenziazione dei rifiuti.
Con questo modello, ci condanniamo a dipendere da questi costosi impianti per i prossimi decenni, rinunciando a politiche ambientali fondate su riduzione, su riciclo e su riuso.
Così viene tradita anche la filosofia del: “chi ben differenzia, meno spende”, ovvero la tariffa puntuale, che con la raccolta stradale e quella condominiale, che questa amministrazione Celentano vuole applicare, sarà impossibile attivare.
Così rinunciamo a combattere l’evasione del tributo perché sarà facilissimo per gli evasori continuare a conferire i propri rifiuti accanto i cassonetti intelligenti o dentro quelli condominiali continuando a non pagare il servizio.
C’è un ultimo interrogativo che ci poniamo rispetto a quanto accaduto dalla nomina del dott. Palmerini a presidente di ABC, a Novembre 2023, ovvero la compatibilità del suo ruolo in ABC anche con quella di Curatore fallimentare della Latina Ambiente alla quale a dicembre 2023, un mese dopo la data di nomina di Presidente, il Comune paga un accordo transattivo da 6 milioni di euro”.