Latina, il paradosso della scuola 2.0 e la necessità di mettere in campo fondi per la manutenzione

“Ancora una volta ci troviamo davanti ad una vergognosa gestione del bene pubblico”. La federazione di Latina del Partito della Rifondazione comunista interviene sul caso “scuole al freddo”, esploso nel capoluogo pontino nei giorni scorsi come in altri centri della provincia e in altre realtà più lontane. “Quello del riscaldamento degli edifici scolastici è un problema facilmente risolvibile – afferma Rifondazione – visto che non è così difficile immaginare il verificarsi di disagi del genere al ritorno delle vacanza natalizie, che tra l’altro coincidono proprio con il periodo più freddo dell’anno”.

Il paradosso

“Stiamo riempiendo le scuole italiane di costosissimi dispositivi elettronici di ultima generazione, la famosa scuola 2.0 (lavagne multimediali, banchi interattivi, pc portatili, reti wifi,web cam, lezioni svolte attraverso chat e blog), e nonostante questo non siamo in grado di garantire una temperatura umana a chi (alunni, corpo docente e non docente, gli stessi dirigenti) le frequenta”, attacca il partito.

La colpa

“In più di un caso – critica il Prc – chi aveva la responsabilità a vario titolo di occuparsi di controllare l’efficienza dei termosifoni e delle conduttore degli edifici scolastici della nostra provincia ha avuto altro da fare. E’ chiaro che non ci riferiamo agli operatori che materialmente controllano, noti per essere l’ultima ruota del carro, ma a chi doveva predisporre gli interventi e i controlli e le eventuali soluzioni in caso di eventuali problemi. ‘Se tanto dà tanto’ non osiamo pensare con quali attenzioni vengono affrontati problemi quali la sicurezza degli edifici scolastici e la manutenzione giornaliera”.

La prospettiva

Per Rifondazione comunista è giunta l’ora di uscire dall’emergenza, mettendo in campo “i fondi necessari e tutte le energie possibili perché si passi ad una manutenzione stabile ed efficace, non fosse altro per tutelare chi frequenta per lavoro o per studio tali luoghi”. E’ giunta l’ora “che la politica si impegni al superamento degli ostacoli che impediscono una scuola degna di essere vissuta e la smetta di imporre riforme che non fanno altro che danneggiare ciò che di buono la scuola pubblica rappresenta, trasformandola invece in occasione di lucro per molti, vedi la ‘buona scuola’ di renziana memoria, con la quale l’educazione scolastica dei nostri ragazzi viene piegata agli interessi delle aziende che avranno la possibilità di usare gratuitamente gli studenti con il metodo dell’alternanza scuola-lavoro”. “Non ci rimane che augurare un 2017 all’insegna del progressivo ma veloce superamento degli endemici problemi che caratterizzano la scuola pubblica italiana, anche se questo dovesse significare l’allargamento dei cordoni della spesa, perché d’altronde si sa che non si possono fare le nozze con i fichi secchi”, conclude il Partito della Rifondazione comunista”.