Latina, se in politica servono le doti di un grande chef

Nicoletta Zuliani

La politica come l’arte culinaria di un grande chef: dalla prova del dialogo alla prova del cuoco. Il passo può essere breve. La pentola sta già sul fornello e se gli ingredienti non si mescolano resteranno attaccati al fondo.

Oggi tocca a Nicoletta Zuliani. Da oltre un mese, da quando è stata avviata ufficialmente la prova di dialogo tra il Partito democratico e Latina Bene Comune, se ne è stata in silenzio aspettando la definizione di un’intesa che al momento appare ingessata. Pur essendo titolata a parlare, forse più degli altri, visto che è uno dei due consiglieri comunali che dovrebbe fare il passo di passare in maggioranza, ha scelto di mantenere un profilo basso per dare spazio ai segretari di partito e movimento di portare avanti la trattativa.

Questa mattina ha reso pubbliche le sue riflessioni attraverso un lunghissimo post pubblicato su Facebook, proprio mentre il presidente del Consiglio dei Ministri parlava alla Camera dei deputati per incassare la fiducia. Riflessioni che partono dal contesto politico nazionale e che inevitabilmente scivolano in quello locale. E con disinvoltura affronta il tema dei governi in crisi e della capacità di rigenerarsi con quello che si ha a disposizione in Parlamento come in un Consiglio comunale democraticamente eletto.

C’è l’idea – scrive – che rivedere le proprie posizioni sia un tradimento dei propri principi.
Siamo regrediti all’idea del personaggio MITOLOGICO, quello che non presenta alcuna evoluzione dalla nascita alla morte. Sempre uguale a come è nato, mai cedere neanche un millimetro perché sarebbe sintomo di debolezza. Una regressione inversa alla velocità di mutamento che i tempi di oggi ci impongono a tutti i livelli, probabilmente lo stesso effetto che il Parkinson ha nella sua fase più acuta: l’immobilismo.
È la paura di essere considerati deboli il motivo per cui i politici non ammettono mai i propri errori. La mancanza di umiltà porta a “rigirare la frittata“ per non ammettere di aver sbagliato, di aver fatto una valutazione errata, di non aver fatto la scelta giusta.
È per questo motivo che assistiamo alla fine di ogni elezione a dichiarazioni in cui tutti dicono di aver, in qualche modo, vinto. Sarà il bisogno di compensare la visione di chi guarda sempre nero, fatto sta che il politico perde di credibilità perché non ammette mai l’errore a monte di un risultato negativo.
Bisogna tornare al VERO CORAGGIO che parla chiaro rispetto alle proprie debolezze se si vuole fare politica per davvero.
E questo è solo il primo passo.
Se si parte dall’umiltà, si costruisce un percorso solido“.

Poi la questione delle poltrone: “Basta ipocrisia anche con la parola “poltrona”.
La poltrona è un luogo COMODO, dove nessuno ti controlla, dove puoi fare anche quello che ti pare. Un posto di sindaco o un assessorato si possono considerare una poltrona? Secondo me no. Sono una trincea altro che poltrona!! Hai tutti gli occhi puntati su di te, ti possono revocare l’incarico, se non fai nulla si vede, e vieni messo alla pubblica gogna dai giornali e dalle altre forze politiche, rischi perché ti devi compromettere con delle scelte e, per ultimo prendi veramente due soldi.
Direi invece che le poltrone vere sono quelle che NON SI VEDONO, quelle dove non ti controlla nessuno, dove non si sa nemmeno chi le occupa, nessuno ne parla e ne scrive, non si vedono i risultati e non si è sottoposti a valutazione e il compenso percepito va dalle tre alle dieci volte quello che prende un sindaco…
Ruoli soggetti allo spoil system, funzioni di nomina politica”.

Zuliani in questi anni di amministrazione Coletta ha tentato il dialogo con Lbc più volte e più degli altri esponenti del Partito democratico, riuscendo a mantenere dritta la sua posizione di opposizione assegnatale dall’elettorato. Ma la strada si è rivelata sempre in salita e piena di spine. Motivo per cui in questa fase sente il bisogno di comunicare la sua visione di maggioranza e opposizione: “In politica non si può parlare di nemici.
Gli avversari sono tali nel momento in cui c’è una competizione. Quando la competizione è terminata, ovvero quando abbiamo il risultato delle elezioni si parla di MAGGIORANZA e di MINORANZA-OPPOSIZIONE, non più di avversari. Figuriamoci di nemici!
Invece tutto sembra essere traslato su un piano di belligeranza, di fazioni che hanno come scopo l’eliminazione dell’altro inteso come nemico.
Questo modo di intendere la politica mi fa spavento.
Mi rifiuto di intendere la politica in questo modo.
Se non puntiamo a costruire su ciò che ci unisce, non esisterà nessuna politica che farà il bene dei più e dei più deboli, perché ci saranno sempre cose che ci dividono finanche all’interno del proprio gruppo.
Non può essere questa la strada e per progredire: alimentare i conflitti porta alla distruzione della propria comunità. Altro è parlare di soluzioni, di proposte, critiche alle soluzioni altrui che però sfociano in altre proposte”.

Parla di soluzioni, di proposte e di critiche collocandole sullo stesso piano per il bene della comunità. Nelle riflessioni della consigliera dem non c’è spazio per l’incoerenza, “no al personaggio mitologico”, ma non solo.

“Non essere d’accordo, pensarla in modo diverso, non condividere una scelta non significa ODIARE… Così come andare d’accordo, condividere una scelta non significa AMARE.
Far apparire la politica, che è fatta di scelte e valutazioni in uno scenario che muta in modo oggi vertiginoso, come un esercizio di pulsioni istintive ed emotive, è fuorviante ed eticamente scorretto”,si legge nel post di Zuliani.

“Mi ritrovo sui social – aggiunge ed è questo uno dei passaggi chiave delle sue esternazioni – ad essere bollata come incoerente in quanto PD nell’ipotesi di una eventuale collaborazione con LBC.
Nei confronti dell’amministrazione Coletta credo di aver fatto e di fare il mio dovere di esponente dell’opposizione indicando le criticità, i passaggi sbagliati, evidenziando i vulnus e facendo proposte perché chi amministra potesse evitare gli errori, perché si potesse migliorare l’azione di governo.
E allora? Chi governa dovrebbe sempre far tesoro delle critiche!
La minoranza è quell’occhio in più che dà la possibilità, a chi governa, di sbagliare di meno.
Altro è denigrare, offendere e infamare, personalizzare la politica come se fosse una proprietà privata”.

Nessun pressing da parte di Zuliani rivolto a Lbc, che oggi guarda ai temi di un futuro programma politico perdendo di vista l’attualità dell’attività amministrativa perché in fondo “va tutto bene”, anzi “benissimo”.

Per me la politica resta il campo più difficile e nello stesso tempo più affascinante per chi vuole servire concretamente la propria comunità – conclude la consigliera -. Richiede le stesse doti di un grande chef: onestà negli ingredienti, metodi efficaci, capacità di mescolare sapori diversi e rendere la pietanza gustosa e bella”.