A Latina l’anno scolastico è iniziato senza gli assistenti all’autonomia e alla comunicazione, le figure professionali che affiancano gli alunni con disabilità per garantire loro inclusione e partecipazione. Un’assenza che, denunciano le famiglie, non è nuova: da tre anni si ripete puntualmente, lasciando studenti e genitori senza un supporto che dovrebbe essere garantito come diritto.
«Quest’anno – e non è il primo – sono scomparsi. Evaporati», scrive la madre di una ragazza con disabilità grave in una lettera aperta. «Parliamo di figure essenziali, non di un aiuto accessorio: senza di loro i nostri figli non possono andare a scuola, comunicare, partecipare alla vita».
Il problema, sottolinea, riguarda anche i mesi estivi: «La disabilità non va in vacanza – magari con pacchetto all inclusive, lettino e Mojito – e così, per il terzo anno consecutivo, i bambini con disabilità sono rimasti qui, senza un servizio decente, senza supporto, e senza nemmeno un “scusate il disagio”».
Le famiglie hanno dovuto ancora una volta supplire alle mancanze: «Abbiamo tappato i buchi, fatto da supplenti, come se fosse la cosa più normale del mondo». Intanto, secondo la denuncia, il Comune ha preferito investire tempo e risorse in «progetti più visibili e instagrammabili», mentre servizi fondamentali come la Comunicazione Aumentativa Alternativa restano ignorati.
«Tra qualche anno – scrive la madre – questi vuoti diventeranno comodi, quando i nostri figli si trasformeranno in elettori. Allora arriveranno sorrisi, promesse e volantini elettorali. Forse sarà il caso di non avere memoria corta».
La conclusione è amara: «Latina è davvero una città del Novecento, in cui i diritti dei più deboli sono rimasti all’inizio del secolo scorso».









