Un presunto tradimento e una strategia di dominio feroce sembrano essere al centro della spirale di violenza che sta infiammando la criminalità pontina. Secondo le prime ricostruzioni investigative – come riporta il quotidiano Latina Oggi – un noto trafficante avrebbe abbandonato la sua vecchia fazione per schierarsi con un sodalizio emergente, guidato da due fratelli ventenni, che negli ultimi mesi hanno imposto la propria presenza nella piazza di spaccio dei palazzi Arlecchino. Pestaggi, minacce armate e spedizioni punitive sarebbero diventati il marchio di fabbrica del nuovo gruppo, deciso a guadagnare potere oltre il semplice commercio di stupefacenti.
In questo contesto si inserisce l’ordigno esploso all’alba di domenica in via Guido Rossa, davanti al civico 10 delle case popolari. Un segnale intimidatorio inequivocabile rivolto a chi, in quel rione, controlla lo spaccio e custodisce armi. La risposta, arrivata meno di 24 ore dopo con un’altra bomba, stavolta nel dedalo di traverse di via Darsena, avrebbe alzato ulteriormente il livello dello scontro. Una risposta ancora più potente, con l’ordigno piazzato davanti all’abitazione di un esponente legato alla vecchia organizzazione tradita dal trentacinquenne ora passato con i giovani emergenti.
La sequenza di episodi esplosivi ha confermato agli investigatori l’esistenza di un conflitto aperto tra fazioni rivali, in lotta per il predominio degli affari legati alla droga. La tensione è palpabile in città e rischia di degenerare ulteriormente, mentre i carabinieri cercano di ricostruire alleanze e fratture in un sottobosco criminale che da tempo tiene sotto scacco interi quartieri di Latina.
Ieri, intanto, la Prefettura si è mobilitata, dando il via a manovre di sicurezza non da poco: controlli maggiorati e interforze dispiegati su tutto il territorio. Gli inquirenti però, al lavoro senza sosta, temono che senza un intervento rapido la città possa ritrovarsi al centro di una vera e propria guerra di clan.









