Latina, tassa sul morto retroattiva. La diffida di Codici e l’intervento del Pc. Un caso da Procura

Il capitolo “tassa sul morto” è tutt’altro che chiuso. Se l’amministrazione comunale di Latina invita i cittadini a pagarla anche per le sepolture precedenti al 2009 – lo ha fatto nella commissione Trasparenza di giovedì scorso – le associazioni di categoria imboccano la via della diffida. Dopo quella di Codacons e Federconsumatori oggi a prendere carta e penna è stata Codici che come preannunciato sabato scorso per bocca di Antonio Bottoni, responsabile della sede di Latina, ha chiesto al Comune di dare seguito al deliberato dell’Anac del 18 maggio 2016 per una “corretta allocazione dei rischi tra privato e amministrazione in modo da evitare il trasferimento del rischio in capo al concessionario sul concedente”.

“La perdurante mancata valutazione da parte del Comune – afferma Bottoni -, rischia di procurare un indebito guadagno a favore del gestore del cimitero, e, contemporaneamente, un ingiusto danno economico a carico dei titolari di sepolture, occupate o no, i quali continuano a vedersi recapitare le fatture per il pagamento della gabella. Per ottenere quanto disposto dall’Anac, Codici, si è visto costretto a depositare la diffida, nell’auspicio che il Comune di Latina voglia finalmente decidersi ad effettuare la valutazione, secondo il deliberato dall’Autorità Anticorruzione. Codici non ritiene assolutamente tollerabile il comportamento del Comune di Latina che, a distanza di ben quasi due anni, sembra non abbia neppure avviato la valutazione sul Contributo, per cui, in caso di ulteriore inadempienza, dovrà portare la cosa all’attenzione sia alla Procura della Repubblica che alla Corte dei Conti, affinché aprano specifici fascicoli d’indagine”.

Sull’immobilismo dell’attuale amministrazione comunale si è espresso oggi anche il partito Comunista. Sergio Sciaudone riferisce di un incontro che il partito ha avuto circa un anno fa con gli assessori Giulio Capirci e Gianfranco Buttarelli: “Abbiamo chiarito quale era la nostra posizione, se dopo nove anni di opposizione al progetto di finanza ce ne fosse stato ancora bisogno, e quali erano, secondo noi, le strade da seguire. Da quell’incontro era emerso sicuramente che i nostri interlocutori non avevano la benché minima idea di cosa stessimo parlando e a quanto pare non hanno capito nulla di quanto abbiamo loro illustrato”. Sciaudone non crede che l’immobilismo dell’amministrazione comunale debba essere letta nell’ottica delle sponsorizzazioni che l’imprenditore Damiani avrebbe fatto per il Comune ad esempio in occasione dell’inaugurazione del Parco Falcone-Borsellino, come sostenuto dai soliti malfidati, ma piuttosto nell’incapacità di affrontare e risolvere i problemi. “Quindi tutto rimane così, in attesa che intervengano la Guardia di Finanza e la magistratura – commenta l’esponete politico -. Eppure è talmente tanto chiaro che quella che impropriamente viene chiamata tassa sul morto non la devono pagare le persone che avevano una concessione prima del 2009 e non lo diciamo solo noi”.

Sciaudone tira fuori una nota riservata del 2012 del segretario generale Pasquale Russo in riferimento all’articolo del regolamento Generale della Gestione del Cimitero che recita: “Sul punto si solleva qualche perplessità sulla possibile applicazione di tale disposizione a tutti i concessionari, in specie a coloro che erano già titolari di concessione, prima dell’ingresso nella gestione della società Ipogeo Latina”. “E allora perché a più riprese i vari assessori e dirigenti sono intervenuti dicendo che la tassa la devono pagare tutti – chiede Sciaudone? Ed ancora: perché l’allora assessore Buttarelli si inventa la storia della durata delle concessioni a 50 anni? E perché viene pubblicato all’albo pretorio del Comune la locandina dell’Ipogeo che invita gli utenti a rinnovare le concessioni pena la decadenza delle stesse? Quando è lo stesso Damiani in una commissione del 2007 a dichiarare ‘….per le tumulazioni ante 1975, che presumibilmente sono da ritenersi perpetue e pertanto non rinnovabili’ e poi aggiunge (erroneamente) che quelle dal 1975 saranno soggette a rinnovo, ma in realtà leggi e regolamenti alla mano non ne è scaduta una di concessione. Proseguendo nel suo intervento la cosa diventa assai inquietante poiché Damiani fa presente che per tutti i loculi sociali realizzati privi di contratto e quelli da realizzare la durata sarà di 30 anni. Tutti sapevano che c’erano concessioni per cui il Comune non aveva stipulato contratti (lo fa presente anche l’ingegnere Le Donne) ma inspiegabilmente si va avanti come nulla fosse ed anche la mancanza di questi diventa un pretesto per il gestore per battere cassa. Evidentemente i nostri amministratori non hanno letto quanto riportato nel voluminoso faldone del progetto di finanza o se lo hanno fatto non lo hanno capito o se lo dovessero aver capito non hanno la capacità di intervenire”.

“Certo la giunta Coletta non ha responsabilità su quanto avvenuto fino al 2016 ma dall’elezione in poi non ha fatto nulla per rimediare, nonostante avesse scritto sul proprio programma ‘Latina Bene Comune procederà alla verifica degli adempimenti contrattuali con eventuale revoca della gestione per le vistose inadempienze riscontrate direttamente dai cittadini. In caso di contenzioso in Tribunale con l’attuale gestore verranno citati per danni erariali gli amministratori del Comune che hanno provocato la situazione attuale’. Insomma quelli che tanto si vantano di essere onesti sicuramente non lo sono stati con i propri elettori”.

Intanto ora Bottoni ha depositato la diffida di Codici “dopo l’insoddisfacente esito dell’incontro tenutosi con l’assessore Emilio Ranieri e con l’architetto Nunzia Lanzillotta in Commissione consiliare Trasparenza sul tema del contributo di mantenimento del cimitero, indirizzata al sindaco di Latina Damiano Coletta, all’assessore Ranieri, ai dirigenti Lanzillotta e Paolo Ferraro ed al segretario generale nonché direttore generale Rosa Iovinella”.

Con la diffida Codici sollecita l’Ente di Piazza del Popolo ad esprimere la propria valutazione sull’effettiva debenza del contributo, nel rispetto della deliberazione 577 del 18 maggio 2016 dell’Autorità Anticorruzione. L’Autorità presieduta da Raffaele Cantone, dopo aver puntualizzato che “il rischio operativo deve rimanere in carico al concessionario” ha specificato che il Comune di Latina, in qualità di Stazione Appaltante, “deve prestare attenzione ad una corretta allocazione dei rischi tra privato e amministrazione in modo da evitare il trasferimento del rischio in capo al concessionario sul concedente”. Adempiere al deliberato dell’Anac per Bottoni supera l’ostacolo della decorrenza dei termini per i ricorsi in sede di giustizia amministrativa per l’impugnazione del contratto con Ipogeo e del regolamento di gestione che stabilisce che la tassa debba essere applicata retroattivamente.

Punta ad un altro indirizzo la diffida delle associazioni Codacons e Federconsumatori finalizzata allo stesso scopo, quello della Ipogeo, “invitata” ad adempiere a quanto prescritto dalla legge Finanziaria 2008 del 24 dicembre 2007, numero 244, articolo 2 comma 461”, che prevede la consultazione obbligatoria delle associazioni dei consumatori, i controlli periodici da effettuare sulla gestione da parte di una commissione composta da Comune, Gestore, Associazioni dei consumatori, l’adeguatezza dei parametri quantitativi e qualitativi del servizio erogato. Una diffida indirizzata a Ipogeo ma che presuppone anche la volontà dell’amministrazione comunale che nell’ultima occasione della commissione trasparenza ha invece affermato che la tassa va pagata anche per le sepolture precedenti ipotizzando che eventuali modifiche del regolamento comporterebbero misure compensative per non incorrere ad altri contenziosi. Un’ipotesi quest’ultima respinta da tutte le associazioni dei consumatori.