Latina, voti e clan: Adinolfi dai giudici dell’antimafia il 20 luglio

Dovrà comparire il 20 luglio davanti ai pm della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, l’europarlamentare pontino della Lega Matteo Adinolfi, indagato per scambio elettorale politico mafioso. Sono stati i carabinieri del Nucleo Investigativo e del Reparto Territoriale di Aprilia e gli agenti della Squadra Mobile di Latina a notificare l’avviso di garanzia e l’invito a rendere interrogatorio.
“Vediamo cosa dicono le carte, ho fiducia nella magistratura, so che non ho fatto nulla”, ha dichiarato nel frattempo Adinolfi, indagato per il reato previsto dall’articolo 416 ter del codice penale, per l’appunto lo scambio elettorale politico mafioso.
Secondo le indagini di carabinieri e polizia, con la mediazione dell’imprenditore nel settore dei rifiuti Raffaele Del Prete ed il suo collaboratore Emanuele Forzan, commissario della Lega a Sezze, entrambi arrestati nell’operazione, Adinolfi aveva accettato la promessa di Agostino, soggetto appartenente all’organizzazione mafiosa dei “Di Silvio”, di procurare alla lista “NOI CON SALVINI” e al diretto interessato, almeno 200 voti, al costo di 45 mila euro, tra gli elettori residenti nei quartieri controllati dal clan, alle amministrative di Latina del 5 giugno 2016.
Soldi consegnati in tre tranche, scambi avvenuti all’interno dell’azienda di Del Prete, con la promessa che nessun Di Silvio dove essere visto all’interno della sede del partito e che l’intermediario sarebbe stato sempre Agostino Riccardo.
Matteo Adinolfi, già coordinatore provinciale per la Lega e consigliere comunale di Latina, dal 26 maggio 2019 è eurodeputato per il gruppo “identità e democrazia” in quota Lega.
Lo scambio elettorale” politico mafioso”, secondo gli inquirenti, era funzionale alle strategie economiche di Raffaele Del Prete, , interessato ad ottenere il monopolio degli appalti nel territorio pontino, superando la concorrenza di Latina Ambiente, all’epoca affidataria del servizio dei rifiuti della Città di Latina.