Lavoratori fragili e rischio Covid, l’intervento del CLAS

Il Sindacato Nazionale CLAS chiama in causa la presidenza del Consiglio dei Ministri affinché siano tutelati i lavoratori fragili, fortemente esposti al rischio Covid, le cui mansioni non possono essere svolte in modalità smart working.

Con il rinvio dello stato di emergenza sanitaria al 31 dicembre 2021, il Decreto 105 del 23 luglio 2021 ha infatti prorogato lo smart working in modalità semplificata al 31 ottobre per i lavoratori in stato di fragilità.

I dipendenti pubblici e privati fragili sono coloro ai quali, in possesso di certificazione rilasciata dai competenti organi medico-legali attestante una condizione di disabilità grave, di rischio derivante da immunodepressione o da esiti da patologie oncologiche o dallo svolgimento di relative terapie salvavita, sono riconosciute apposite tutele. Ma alcune di questi lavoratori non possono effettuare le loro prestazioni in modalità telematica né essere adibiti a diversa mansione. Si tratta di attività che riguardano soprattutto i comparti della manifatturiera.

Tutta questa platea di lavoratori fragili sarà costretta a rientrare in servizio o ad utilizzare la propria malattia. La prospettiva per questi lavoratori fragili, considerato l’attuale buco normativo, è quindi di tornare al lavoro addossandosi il rischio di un pericoloso contagio da Covid-19.

Il Sindacato nazionale CLAS interviene sulla vicenda, affinché si prenda atto del buco normativo e della discriminante che si è venuta a creare tra categorie di lavoratori, ponendo immediata soluzione che vada a tutelare i lavoratori e le lavoratrici in condizione di fragilità.