Proseguono senza sosta le indagini sull’incidente aereo che martedì mattina è costato la vita al colonnello Simone Mettini, 48 anni, comandante della scuola di volo del 70° Stormo, e al giovane allievo Lorenzo Nucheli, 19 anni, promessa dell’Aeronautica appena ammesso all’Accademia. Il velivolo Siai-Marchetti T-260B, decollato dall’aeroporto “Enrico Comani” di Latina Scalo per una missione di addestramento, si è schiantato nel bosco del Parco Nazionale del Circeo, nei pressi della Pontina, al chilometro 88.

I Carabinieri della Compagnia di Latina, coordinati dalla Procura, hanno avviato i primi accertamenti per chiarire le cause del disastro e valutare eventuali responsabilità. Oggi il pubblico ministero Marco Giancristofaro conferirà l’incarico al medico legale per le autopsie, mentre tutte le attività addestrative del 70° Stormo restano sospese.
Come riportato anche dall’edizione odierna di Latina Oggi, le ipotesi sulle cause si concentrano su due possibili scenari. La prima, battuta nelle ore iniziali, riguarda un guasto improvviso, anche se questa pista appare sempre meno probabile vista la manutenzione accurata cui sono sottoposti i mezzi. La seconda, più accreditata al momento, è quella di una manovra di discesa in verticale con avvitamento che non sarebbe stata completata con successo. Si tratterebbe di un esercizio che l’allievo aveva già eseguito più volte nelle precedenti dieci missioni, e che faceva parte del percorso obbligatorio prima del volo solitario.
Una testimone oculare, ascoltata a lungo dagli investigatori, ha raccontato di aver visto l’aereo precipitare “in verticale e in rotazione” verso il terreno, dinamica che sembra più compatibile con un’esercitazione di manovra piuttosto che con un semplice guasto tecnico. Un difetto improvviso ai comandi o al motore, infatti, avrebbe lasciato margini di manovra maggiori ai piloti, consentendo almeno un tentativo di planata.
Tuttavia, non si esclude del tutto un’eventuale avaria che possa aver impedito il recupero della quota al termine della manovra. È proprio questa la linea d’indagine che richiederà il maggior numero di perizie, ma che potrebbe non fornire risposte definitive. Il velivolo, ridotto a rottami nel sottobosco, rende difficili le verifiche tecniche.









