Femminicidio, le minacce a Desyrèe prima della strage: “Servirà l’esercito per fermarmi”

Christian Sodano

“Farò una strage, servirà l’esercito per fermarmi, vedrai quanto sarò cattivo”, questi alcuni messaggi emersi dalle chat tra Christian Sodano e Desyrèe Amato. Messaggi intimidatori e di inaudita violenza quelli che il 27enne, maresciallo della Finanza, inviava alla sua fidanzata. Messaggi di cui la 24enne non aveva mai parlato alla propria famiglia, al contrario però con una sua amica fidata, al quale aveva girato tutti i messaggi che, l’autore del duplice omicidio di martedì scorso, le aveva inviato. Messaggi che ora sono comparsi sul sito di Repubblica. La 24enne era ormai stufa, ma soprattutto preoccupata, dei comportamenti del suo fidanzato diventati, nell’ultimo periodo, sempre più invadenti e pressanti, e per questo aveva espresso la volontà di mettere una parola fine alla relazione. E’ probabilmente questo che ha scatenato l’ira nella testa del giovane finanziere che aveva scritto a Desyrèe:”Se la nostra storia non andrà avanti farò del male a me stesso e alla tua famiglia”.

Nel frattempo sono attivati i primi eisultati delle autopsie sui corpi di Nicoletta Zomparelli e Renèe Amato. Gli esami autoptici, svolti al Policlinico di Tor Vergata di Roma, hanno fornito le prime risposte agli inquirenti. Sono stati 9 i colpi sparati da Sodano, esplosi in due fasi differenti: la prima quando ha visto avvicinarsi Nicoletta e Renèe mentre inseguiva Desyrèe, che cercava nascondiglio nel bagno della villetta in via Monti Lepini. E’ solo dopo aver sfondato la porta e non aver trovato Desyrèe, che Sodano è tornato sui suoi passi e vedendo a terra agonizzante la giovane sorella gli ha dato il colpo di grazia: “Non volevo farla soffrire”, questo ha detto agli inquirenti.

Sodano ora è stato trasferito presso il carcere di Velletri, in attesa di un secondo trasferimento in un penitenziario militare. Troppo pericolosa la sua custodia nel carcere di Latina dove si temono vendette vista la detenzione di Gennaro Amato, zio di Desyrèe e Renèe, condannato per narcotraffico.