Marchiella (FdI): “Sociale e integrazione, serve un cambio di rotta!”

Andrea Marchiella

Il programma elaborato da Andrea Marchiella con la candidatura al Consiglio Regionale si basa su diversi punti cardine e su svariati obbiettivi mirati allo sviluppo del territorio. L’ambito sociale rappresenta però un’assoluta priorità per l’esponente di Fratelli d’Italia, da anni delegato provinciale Fair Play e da sempre mobilitato per promuovere i valori etici e morali attraverso la cultura, lo sport e i grandi eventi. Ecco perché il consigliere comunale di Latina ha le idee chiare su questo argomento, nella prospettiva di un approdo alla Pisana: “Ho sempre riscontrato la tendenza a pensare esclusivamente ai meno fortunati, senza provvedere agli strumenti necessari per assisterli e per coinvolgerli all’interno della comunità. Il mio vero obbiettivo consiste invece nel favorire e sostenere l’associazionismo e il volontariato, sfruttando le risorse umane e materiali che la nostra provincia è già in grado di assicurare. Sarà mio impegno quotidiano assicurare a queste strutture incentivi e opportunità per metterle nelle condizioni di operare al meglio. Dobbiamo comprendere che alle persone bisognose di assistenza serve un apporto qualificato e con mezzi adeguati, delle realtà all’altezza esistono già ma necessitano di un sostegno concreto”.

IMMIGRATI, BASTA CON LE COOPERATIVE!

E’ una linea d’azione che Marchiella intende seguire anche nella gestione di un argomento a dir poco complesso, l’immigrazione: “Sono convinto innanzitutto che vada accantonata la soluzione delle cooperative, inutili scatole cinesi che rappresentano contenitori vuoti e fini a se stessi. I rimedi adottati negli ultimi anni contribuiscono solo ad isolare e ghettizzare i rifugiati, le strutture ad oggi attive in provincia ne sono un esempio lampante. L’integrazione è tutt’altra cosa, è un concetto che deve porre in primo piano noi italiani, la nostra cultura e le nostre usanze. Provvediamo pure ad accogliere queste persone e a fornire loro gli strumenti necessari per apprendere la lingua o per imparare un mestiere, ma non facciamolo con entità ex novo piovute dal cielo: destiniamo i fondi europei agli enti locali, alle stesse associazioni, alla Caritas e ad altre strutture che sanno già cosa fare e come farlo. Grazie al loro apporto gli immigrati potranno ricevere sostegno, ma allo stesso tempo chi sarà in regola sarà in grado di fare la sua parte con la dignità di cui ora non dispone, contribuendo alla crescita economica, sociale e culturale della nostra terra”.