Marina di Latina, l’estate calda tra erosione e occupazioni abusive. Tornerà un altro inverno

“Tornerà un altro inverno; cadranno mille petali di rose; la neve coprirà tutte le cose; e forse un po’ di pace tornerà…” “Odio l’estate”, la canzone di Bruno Martino, 1960, che racconta le sofferenze di un amore nato in una calda stagione, sembra la colonna sonora ideale della giornata di oggi che registra i malumori dell’estate alla Marina di Latina.

Il “buongiorno” di Gianluca Di Cocco è dedicato al problema irrisolto dell’erosione marina. “L’estate sta per finire – scrive in un post affidato a Facebook -, mesi sono passati e sul discorso erosione, tutto è passato in sordina, in cavalleria. Arriverà l’inverno, le mareggiate aumenteranno, ad aprile dell’anno prossimo si tornerà a parlare del problema, tornerà l’estate non si potranno fare interventi e insomma… Un infinito…andiamo avanti a campare (male per il territorio, per l’economia, per i posti di lavoro). Nessuna notizia su eventuali azioni da mettere in campo oggi, per far sì che nel 2018 non staremo nelle condizioni attuali. La Marina, lo sappiamo tutti, ha una serie di problematiche, vive alla giornata, ieri come oggi. Parliamo di erosione e mi viene in mente ottobre 2016, quando in comune si svolse un vertice politico tra il sindaco, Damiano Coletta, gli assessori comunali all’Ambiente, Roberto Lessio, all’Urbanistica e Lavori pubblici, Gianfranco Buttarelli, il presidente della commissione Ambiente, Dario Bellini, l’assessore all’Ambiente della Regione Lazio, Fabio Refrigeri (accompagnato dal direttore dell’area Risorse idriche e Difesa del suolo della Regione, Mauro Lasagna, e dal capo segreteria dell’assessorato regionale alle Infrastrutture, Pino Candido) per discutere del problema erosione….”. Solo chiacchiere per l’ex assessore della giunta di Di Giorgi, oggi esponente di Popolo, Idea e Libertà che si domanda se gli impegni assunti dall’amministrazione comunale trovino riscontri su documenti “in favore di questo annoso problema che, di anno in anno, riduce fortemente la spiaggia e di anno in anno la capacità d’investimento imprenditoriale”. “Senza spiaggia, che località balneare è?”, chiude retoricamente il suo post.

E se l’erosione sottrae spazio agli operatori balneari e agli utenti del mare, quella piccola striscia di spiaggia ancora intonsa diventa oggetto di “pirateria”. Il ritornello di “Odio l’estate” accompagna anche il malumore di Rita Schievano, attivista del lungomare sempre alle prese con il rispetto delle regole che sulla Marina di Latina restano sepolte sotto la sabbia per poi essere scoperte da un venticello dispettoso che soffia soltanto davanti ai più “sfortunati”.

 La legge regionale (numero 13 del 6 agosto 2007 e successive modifiche e integrazioni) – attacca Schievano – che disciplina le diverse tipologie di utilizzazione delle aree demaniali marittime per finalità turistiche-ricreative prevede (articolo 5 comma 8) prevede che sulle spiagge libere con servizi è vietato il preposizionamento di attrezzature balneari e l’organizzazione di servizi alla balneazione non può in nessun caso precludere la libera fruizione degli arenili. L’accertata violazione della presente disposizione reiterata per tre volte – testo alla mano -, configura la fattispecie di inadempienza di cui all’art.49, comma 3, lettera f della L.R. 13/2007, per effetto della quale l’amministrazione comunale dichiara la decadenza della concessione. Sul Lido di Latina è invece più che evidente che vengono adottate misure diverse tra chi è autorizzato come spiaggia con servizi è chi invece è concessionario ed ha uno stabilimento. Il 14 agosto a seguito di una segnalazione i vigili urbani – commenta la stessa – hanno provveduto a far rispettare quanto per legge previsto, purtroppo però ciò non è stato sufficiente perché il medesimo locale continua ad agire quotidianamente, preposizionando ombrelloni e lettini esattamente come se fosse uno stabilimento balneare impedendo la fruizione dall’arenile. E sono proprio i titolari a divulgare immagini che dimostrano il preposizionamento”.

La domanda che pone Schievano è la seguente: “Come mai i controlli agli stabilimenti avvengono quotidianamente, mentre nessuno interviene nel far rispettare il divieto di preposizionamento di ombrelloni e sdraio sulle spiagge libere con servizi? E soprattutto perché l’amministrazione non provveda immediatamente alla decadenza dell’autorizzazione?” “Tale comportamento non solo non è legale, ma sottolinea e dimostra che la legalità è ben distante da questa amministrazione”, conclude l’attivista del lungomare.