Mario Somma saluta il calcio, l’addio al Festival del Calcio nella sua Arezzo

Ho chiuso col mondo del calcio. Da oggi sarò solo un appassionato”. E’ con queste parole che il tecnico pontino Mario Somma, presente ieri al Festival del Calcio Italiano del Calcio di Arezzo, ha detto addio alla sfera rotonda. Proprio ad Arezzo scrisse una delle pagine più importanti del suo percorso da allenatore, conquistando una storica promozione in Serie B. Una città che lo ha accolto dopo anni, con calore e grande partecipazione, e che non ha potuto far altro che inchinarsi ad una carriera vissuta sempre con passione e sincerità.  “Si è spenta la fiammella della passione. – ha continuato – Ho rifiutato altri inviti, ma sapevo che Arezzo sarebbe stato il posto giusto per la mia ultima parola pubblica. Qui ci sono amici veri, l’Arezzo e il presidente Donato Alfani. Mio figlio Michele, che gioca nel Siena, resta uno dei miei idoli. Volevo chiudere davanti a questa gente”.

Durante il suo discorso Mario Somma ha ripercorso i momenti più forti della sua carriera, soffermandosi proprio sulla cavalcata aretina: “Rivedo tutto come fosse ieri. Quell’Arezzo era una squadra con grande senso di responsabilità ed esperienza. E il pubblico fu straordinario: da poche centinaia di persone ai 13 mila tifosi della sfida decisiva con il Varese. Ricordo anche il campo bianco di neve e la promessa fatta ai tifosi: un biglietto gratis per Arezzo-Pavia”.

Poi uno sguardo più ampio sulla sua storia da tecnico: “L’anno dopo, con l’Empoli, è arrivata la promozione in Serie A, ma dentro di me ho sempre creduto che avrei potuto fare lo stesso anche con l’Arezzo. Quel contesto mi ha dato qualcosa che non conoscevo. Ho ricevuto tante etichette nella mia carriera, ma nessuno ha mai potuto mettere in dubbio la mia onestà. Si dimentica spesso che l’allenatore è quello che studia più di tutti, ogni giorno”.