“Micro attività” 2024: governare il cambiamento! Quale Vision economica da realizzare?

Economia e società

Rubrica settimanale 

A cura di Ivan Simeone

i.simeone@virgilio.it

Ivan Simeone


Come sempre l’inizio di ogn
i anno è un momento di verifica ed analisi. È essenziale cercare di ragionare sullo sviluppo delle nostre attività produttive, del mondo del commercio di prossimità come dell’artigianato, delle piccole attività imprenditoriali che fanno concretamente “girare” la nostra economia di prossimità, quella economia giornaliera che produce profitto per l’impresa come per tutto l’indotto.Politica e Corpi sociali insieme.

Siamo entrati in una nuova “epoca digitale” che non possiamo disconoscere, anzi, dobbiamo trovare nuove modalità di applicazione del digitale alle nostre attività produttive. Bisogna “cavalcare” il cambiamento e trarne profitto, non subirlo passivamente. Il cambiamento può essere una opportunità se “gestito” saggiamente.

Il 2024 sarà certamente un anno complesso. Ci auguriamo una diminuzione dei tassi bancari affinchè le nostre attività possano avere un po’ di respiro e di un rilancio della nostra micro-economia, ma la situazione davanti a noi è ricca di luci come di zone più ombrose.

La situazione provinciale, se andiamo a ragionare sui numeri di Osserfare, ci evidenzia una sostanziale stagnazione della nostra economia locale. Parallelamente se andiamo a vedere l’andamento degli ultimi anni ci accorgiamo di un evidente lento e inesorabile declino, quasi impercettibile ma che sta portando ad un cambiamento dei processi produttivi e dei servizi del nostro territorio.

In provincia di Latina su circa 47 mila imprese attive, iscritte in CCIAA, il 40% sono del commercio in senso stretto e dell’artigianato, senza contare le attività dei servizi.

L’artigianatovera risorsa per il nostro tessuto economico da supportare maggiormente- è sempre più in lento declino, così come per le attività commerciali strette tra problemi di sopravvivenza economica e un e-commerce che si sta facendo sentire non poco.

Bisogna anche evidenziare come le attività commerciali da sempre presenti nei centri storici delle nostre Città, si riducono sempre più. Vi è una sostanziale crisi delle attività di prossimità, anche se in questi periodi registriamo una rinnovata attenzione.

Abbiamo un quadro economico dettato dall’incertezza a causa di un calo dei consumi, problemi finanziari per ampi segmenti familiari a causa della riduzione del potere di acquisto, difficoltà oggettive all’accesso al credito per le micro imprese locali, spesso a conduzione familiare.

Non è un saldo di un +/-01% che fa la differenza. Speriamo solo che tra qualche mese si veda una reale svolta positiva.

Le nostre Associazioni di Categoria, i professionisti, hanno il polso di quella economia reale e giornaliera fatta dai tanti operatori economici che, giornalmente, “alzano la serranda”.

Uno dei problemi più che mai attuale è quello di rivalutare concretamente il ruolo delle attività commerciali “di vicinato”; quelle attività dove vi è ancora un rapporto tra il titolare ed il proprio cliente.

La Presidente nazionale di Confesercenti, Patrizia De Luise, nell’ultima Assemblea nazionale dell’Associazione, ha esplicitato chiaramente l’importanza sociale oltre che economica di queste nostre attività locali; attività che le amministrazioni comunali devono cercare di sostenere dandogli la possibilità di operare senza lacci e lacciuoli, non bonus o sussidi ma leggi e iniziative amministrative chiare, che facilitino l’attività commerciale; iniziative di promozione del turismo locale, della vivibilità delle nostre Città ed essere cabine di regia per uno sviluppo locale che poi diviene sviluppo per tutta la Comunità.

Le attività di vicinato sino una risorsa per l’intera Comunità cittadina; sono un segno identitario per la Città, una vetrina del territorio che anima le Città ed i suoi centri storici. L’attività locale registra una occupazione più stabile ed è presidio di sicurezza.

Il 2024 dovrà vedere una evoluzione delle nostre attività produttive, sia commerciali che artigiane.

Bisogna confrontarsi propositivamente con i nuovi processi di un e-commercio che non deve essere visto come un elemento negativo ma come un alter ego produttivo che deve integrarsi con l’attività tradizionale.

Secondo gli ultimi dati ISTAT, rispetto al commercio elettronico, il 17,7% delle piccole imprese (10-49 addetti) addetti ha effettuato vendite online, in aumento di 1 punto rispetto al 16,7% del 2022, per un valore delle vendite on line stimato in 48.420 milioni di euro, in aumento del 24,1% rispetto all’anno precedente.

Tutto cambia ed il cambiamento non lo si può fermare ma bisogna governarlo. Bisogna che le nostre attività si vadano –dove possibile- a digitalizzare, come bisogna che il mondo del credito dia maggiore credibilità finanziaria alle micro-attività come alle start up, oggi la vera cenerentola dei nostri processi produttivi.

Bisogna guardare al futuro con concretezza e positività.

Le nostre Amministrazioni locali guardino ai piani del commercio; vi è bisogno di pianificazione e di crescita organica. Infrastrutture tangibili e non effimere. Le attività necessitano di meno burocrazia. Bisogna ragionare su una vera promozione turistica che sappia intercettare i grandi Tour Operator e non accontentarsi di iniziative residuali.Abbiamo necessità di una vera “cabina di regia”provinciale per lo sviluppo turistico del territorio.

Bisogna avere il coraggio di “volare alto”, di avere un “Sogno, una Vision da realizzare.