Morte Desirée: Roma Capitale, Regione Lazio e i familiari parti civili

desirée

Campidoglio ammesso come parte civile nel processo per l’uccisione di Desirée Mariottini. Vogliamo giustizia: per atti del genere ci deve essere la certezza della pena. Al fianco della famiglia e degli amici di Desirée”. Lo ha scritto dopo le 14 la sindaca di Roma, Virginia Raggi, su Twitter.

Questa mattina si è tenuta l’udienza preliminare davanti al giudice Clementina Forleo e sono state ammesse le parti civili. Oltre a Roma Capitale anche la madre, la sorellina di Desirée, il padre, i nonni, la zia e la Regione Lazio, più le due associazioni “Insieme con Marianna” e “Dont’t worry- Noi possiamo
Onlus”. Venerdì 11 è stata fissata la prossima udienza e lunedì 14 il gup dovrebbe decidere.

Oggi sempre era fissato l’incidente probatorio per ascoltare i tre testimoni prima del processo, dopo che alcune persone che avevano assistito ai fatti erano state minacciate e picchiate. In questo momento (14.40), il giudice sta ascoltando il primo testimone.

Desirée, appena 16 anni, di Cisterna, era stata trovata ormai senza vita in un immobile abbandonato in via dei Lucani, a Roma. Avrebbe subito abusi sessuali dopo aver assunto un mix di farmaci e droga, poi sarebbe stata lasciata morire senza che nessuno chiamasse un’autoambulanza. “Meglio lei morta che noi in galera” avrebbe detto uno dei suoi aguzzini.

Quattro sono gli indagati per i quali il pm ha chiesto il rinvio a giudizio: il ghanese Yusif Salia, Mamadou Gara e Brian Minteh entrambi del Senegal e il nigeriano Chima Alinno. A vario titolo sono accusati di omicidio aggravato, violenza sessuale di gruppo aggravata dalla minore età della vittima, cessione di sostanze stupefacenti ad un minore e omissione di soccorso. 

Fuori dal tribunale di piazzale Clodio si è svolto un sit in durante il quale sono stati esposti alcuni striscioni e tricolori con scritto “Desy vita nostra, ti amiamo” e “Desirée Mariottini figlia d’Italia, vogliamo la certezza della pena – Io sono Desirée”.