Nanga Parbat, Messner critico sulla missione Mummery: recupero corpi possibile e necessario

Reinhold Messner

“Salire sullo sperone Mummery non è un atto eroico, ma è stupidità”. Reinhold Messner, che sul Nanga Parbat ha perso il fratello Gunther nel 1970, in un’intervista rilasciata all’Ansa riferisce di aver detto a Daniele Nardi esattamente ciò, tre/quattro anni fa. “Certo, chi va in montagna rischia sempre – aggiunge Messner – però l’arte dell’alpinismo sta nella capacità di superare difficoltà e di evitare pericoli e in quell’angolo di Nanga Parbat, alla base del Mummery, non si possono aggirare i pericoli e un bravo alpinista in quell’angolo non va”.

Messner vide morire il fratello dopo aver raggiunto la vetta, mentre scendevano lungo lo sperone assassino. Reinhold Messner, 74enne originario di Bressanone, è l’unico ad aver compiuto al contrario quella “cosa incredibile”, l’ascensione invernale della via individuata più di un secolo fa da Albert Frederick Mummery, l’inventore dello stile alpino, per la quale Daniele Nardi voleva essere ricordato. E oggi il suo pensiero è interamente rivolto alle famiglie di Nardi e dell’alpinista inglese Tom Ballard uniti nel triste destino: “Mi auguro che in primavera un elicottero specializzato vada a prendere i due corpi per restituirli ai loro cari, prima che la neve e il ghiaccio li sommergano. E’ fondamentale che i loro congiunti abbiamo la possibilità di capire, di sapere, perché tutto questo è capitato alla fine del mondo e una persona normale non può immaginare: il Nanga Parbat è una montagna molto complessa, pericolosa, che ha una storia terribile”.

“Quando abbiamo trovato il corpo di mio fratello (dopo 35 anni, ndr) – conclude – ho portato tutta la mia famiglia alla base di questa montagna per poter raccontare loro che cosa era successo: avevano la necessità di capirlo emozionalmente, spero che anche i parenti di Nardi e Ballard possano fare un’esperienza simile, prima o poi”.

Possibilista sul recupero dei due corpi si mostrato anche Alex Txikon che ha condotto le ricerche sul Nanga Parbat di Daniele e Tom e che grazie alla sua esperienza e potente attrezzatura si è riusciti a localizzare la posizione dei due corpi. Ma per ora l’inverno deve passare. Perché se andare sullo sperone Mummery non è un atto eroico – per usare l’espressione di Messner – non lo è per nessuno, a maggior ragione per soccorritori ed elicotteristi.