Pedofilia, le motivazioni della condanna per Frateschi: selezionava vittime fragili

Dopo oltre 90 giorni, sono state depositate le motivazioni della sentenza che, lo scorso luglio, ha condannato Alessandro Frateschi a 12 anni di reclusione. L’ex diacono ed ex professore di religione, originario di Terracina, era accusato di abusi sessuali su cinque minorenni, tra cui studenti del liceo Ettore Majorana di Latina. Le accuse, che coprono un periodo tra il 2018 e il 2023, delineano un quadro inquietante di manipolazione e violenza.

Secondo quanto riportato nelle motivazioni dal giudice Laura Morselli, Frateschi selezionava con cura le sue vittime, preferendo giovani in condizioni di fragilità personale o familiare. Utilizzava il suo ruolo di insegnante e di figura religiosa per conquistare la loro fiducia, che poi tradiva con abusi sessuali. Tra i metodi emersi, l’uso di Instagram per instaurare inizialmente conversazioni neutre che degeneravano in scambi a sfondo sessuale, corredati dall’invio di foto esplicite.

Il giudice ha descritto come Frateschi “abusasse del proprio ruolo di adulto e religioso”, adulando e circuendo i ragazzi per abbassarne le difese. Gli abusi avvenivano anche in momenti significativi, come la Vigilia di Natale, e in un caso una vittima fu costretta a visionare un video pornografico che coinvolgeva lo stesso Frateschi con un altro religioso, nel tentativo di normalizzare comportamenti devianti.

Un episodio particolarmente grave riguarda due fratelli minorenni affidati alla famiglia Frateschi. Uno di loro, vittima di molestie, denunciò i fatti, ma non ricevette il supporto adeguato da parte delle case famiglia a cui si era rivolto. Il giudice ha evidenziato come queste strutture, anziché proteggere il minore, sembrino aver tutelato Frateschi, permettendogli di esercitare pressioni per evitare la denuncia.

Solo grazie alla segnalazione del Garante per l’Infanzia, Monica Sansoni, sono emerse le responsabilità di Frateschi e la gravità dei fatti. La sentenza sottolinea il ruolo fondamentale della Garante nel portare alla luce il caso, ma al contempo denuncia le gravi lacune del sistema di protezione minorile.

Il giudice Morselli ha definito “veridici” i racconti delle vittime, mentre ha bollato come “inverosimili e mistificatorie” le dichiarazioni di Frateschi, che ha tentato di presentare i suoi comportamenti come dettati da fini altruistici. La sentenza parla di un “unico disegno criminoso”, finalizzato al soddisfacimento delle perversioni sessuali dell’imputato, senza alcun pentimento o revisione critica.

Il giudice ha evidenziato i danni morali subiti dai giovani, molti dei quali hanno sviluppato chiusura in sé stessi e difficoltà relazionali. Frateschi, anziché essere un punto di riferimento, ha approfittato della loro fiducia, lasciando cicatrici profonde nelle loro vite.