Politici e clan, Matteo Adinolfi: “Mai incontrato questi personaggi”

Matteo Adinolfi

Matteo Adinolfi, europarlamentare della Lega, nega la veridicità delle affermazioni del pentito Agostino Riccardo. Riccardo è stato sentito in videoconferenza nell’ambito del processo Alba Pontina, per il quale sono già stati condannati in primo grado gli imputati che avevano scelto il rito abbreviato.

Davanti al collegio del Tribunale di Latina è in corso il processo ordinario e in questo contesto Riccardo, durante una deposizione fiume di oltre 3 ore, ha parlato anche dei presunti rapporti tra politica e il clan Di Silvio. Ha spiegato come alcuni esponenti politici del centrodestra si sarebbero serviti dell’opera degli affiliati al clan per ottenere voti e ha fatto il nome anche di Adinolfi.

“Con riferimento agli articoli di stampa di questi giorni – ha detto l’europarlamentare – relativi alle dichiarazioni del pentito Riccardo Agostino, secondo il quale in maniera indiretta avrei usufruito della sua attività nel corso della campagna elettorale per le elezioni amministrative del 2016, intervengo per negare con forza la veridicità di tali affermazioni e smentire qualsivoglia illazione o speculazione di natura politica.

Va innanzitutto premesso – ha specificato – che, come lo stesso Riccardo (e prima di lui Pugliese) ha riferito, mai ho incontrato o mi sono solo relazionato con qualcuno di questi personaggi.

Nello specifico di quelle dichiarazioni, per verificarne la veridicità, basterebbe appurare come nel 2016 io non abbia né stampato (né tanto meno affisso) alcun manifesto elettorale con la mia effige o con il mio nome. Per tutta la campagna elettorale del 2016 mi limitai, anche in ragione di una precisa volontà di contenere i costi, a posizionare nei pressi della rotonda di Borgo Piave un solo cartellone ed una vela itinerante, regolarmente rendicontate.

Per quanto riguarda i voti, anche in questo caso per smentire fantasiose ed infondate ipotesi, sarebbe sufficiente confrontare i risultati elettorali delle amministrative del 1997 (eletto consigliere comunale con quasi 500 voti) e del 2002 (rieletto con 482 voti) con quelle del 2016 (eletto con 450 voti) per comprendere che il consenso da me ottenuto è rimasto nel tempo del tutto immutato, se non addirittura più contenuto, anche rispetto alla distribuzione nelle sezioni della città.

Ogni diversa rappresentazione della realtà storica e fattuale si manifesta, dunque, del tutto falsa, diffamatoria, finanche calunniosa”.