Pontinia, il caso Sep sotto la lente della commissione regionale Ambiente. Chieste le audizioni

Enrico Forte

I referenti dei comitati di Mazzocchio e Fontanile, che da tempo segnalano i disagi che i residenti tra Pontinia e i comuni limitrofi all’area industriale lamentano a seguito dell’attività della Sep, presto potrebbero essere convocati in Regione. La loro audizione in commissione Ambiente è stata chiesta dal vice presidente, il consigliere pontino Enrico Forte del Partito democratico. Chiamati a riferire sulla problematica connessa alle emissioni maleodoranti – come risulta dalla nota indirizzata da Forte al presidente Enrico Panunzi – anche i responsabili dell’azienda pontina che tratta i rifiuti per la produzione di compostaggio, i rappresentanti istituzionali dei comuni coinvolti, Pontinia, Sonnino, Roccasecca dei Volsci, Maenza e Priverno e referenti dell’Arpa Lazio.

“L’obiettivo – ha spiegato il consigliere regionale pontino, precisando che la Regione ha già invitato il Comune di Pontinia, la Provincia di Latina, l’Arpa Lazio e la Asl, ad attivarsi per verificare lo stato dei fatti – è quello di avere un quadro chiaro della situazione e individuare una soluzione che porti all’eliminazione dei miasmi e restituisca ai cittadini delle aree interessate dalle emissioni la qualità della vita cui hanno diritto”.

“Andremo in commissione Ambiente della Regione Lazio come richiesto dal vice presidente Forte ma gli porteremo esclusivamente le tante email che negli ultimi mesi abbiamo inviato all’assessore ai rifiuti e agli uffici preposti alla gestione del ciclo dei rifiuti della stessa Regione da cui non abbiamo mai avuto risposte concrete”.

“Andremo in commissione Ambiente della Regione Lazio come richiesto dal vice presidente Enrico Forte – ha replicato il comitato di Mazzocchio -, ma gli porteremo esclusivamente le tante email che negli ultimi mesi abbiamo inviato all’assessore ai rifiuti e agli uffici preposti alla gestione del ciclo dei rifiuti della stessa Regione da cui non abbiamo mai avuto risposte concrete”.

“In pratica la Regione – si legge in una nota stampa del comitato – vuole prendere atto di una situazione che già conosce e mettere a confronto soggetti che già si sono parlati in passato. Un nuovo tavolo di confronto che siamo certi non porterà poi a nulla. Senza contare che chi ha richiesto l’audizione è membro dello stesso partito, il Pd, che è a governo della Regione. E’ dagli uffici della Regione che è partita l’ordinanza per aumentare i conferimenti nell’impianto Sep, sempre gli uffici della Regione che hanno avallato la richiesta della costruzione di un altro impianto di pre-trattamento del rifiuto organico proposto da una società collegata a Sep. Ora che senso ha voler riparlare del problema? Noi siamo un comitato, certo, ma un comitato formato anche da imprenditori, professionisti, persone che hanno studiato, lavorato sodo e che hanno creato grandi realtà oppure che sono rispettate e conosciute ben oltre provincia. Non siamo degli sprovveduti. Tutta la politica è correa di fronte a questa vicenda. Abbiamo sentito solo lamentele pubbliche ma mai visto fatti concreti, nessuna revoca dell’autorizzazione, nessuna sospensione cautelativa dell’attività, nessuna verifica reale o monitoraggio dell’aria, peraltro richiesto settimane fa dalla stessa Regione Lazio che quindi, forse, la situazione la conosce eccome.”

Quindi il comitato si rivolge ai Comuni coinvolti: “Lettere ed esposti non sono bastati, chiediamo quindi loro di fare un atto di forza e decidere di conferire i rifiuti in un altro impianto. Ne hanno la facoltà e né una dimostrazione Ama a Roma,  anche perché inviando il rifiuto in quegli impianti gli stessi comuni, che dichiarano con lettere ed esposti l’inadeguatezza degli stabilimenti, alimentano azienda e problemi.. Magari ci sarebbero degli aggravi di costi dovuti al trasporto, ma siamo certi che trenta euro in più a tonnellata valgano la salute pubblica”

“Andremo – concludono i cittadini aderenti al comitato–, accetteremo l’invito ma continueremo nel frattempo a fare le nostre battaglie sul territorio smascherando anche chiunque voglia solo formalmente, magari per un tornaconto elettorale, farsi paladino di battaglie a cui in realtà non vuole prendere parte”.