Ponza, corruzione in Comune per la sanatoria: sequestrati soldi, terreni e un appartamento

Una compravendita farlocca per nascondere la corruzione. Una storia talmente chiara, quella ricostruita dalla Guardia di Finanza, che il Tribunale di Cassino non ha potuto che decretare il sequestro di immobili “per equivalente”, beni del valore di mezzo milione di euro che si ritiene sia stato il frutto dell’illecito consumato al Comune di Ponza.

Proprio nelle scorse ore le fiamme gialle dell’isola hanno infatti eseguito il provvedimento di sequestro disposto nei confronti di cinque persone, (S.S., S.S., P.G., S.P.M. e C.A.) residenti tutte tra Fondi e Ponza. Il  sequestro ha riguardato un appartamento di Formia; 4 terreni e due immobili, ubicati a Ponza, nonché 30 mila euro rinvenuti su diversi conti correnti intestati ai soggetti finiti nel mirino della magistratura.

LA SANATORIA FACILE Il sequestro nasce da un’articolata attività investigativa svolta dalla Brigata della Guardia di Finanza di Ponza su una evidente storia di corruzione che ha visto protagonisti tre privati e due dipendenti comunali. In sostanza, i due dipendenti del Comune, ora in pensione, nel 2013 avrebbero curato le pratiche di richieste di sanatoria e rilasciato il permesso di costruire a favore di S.S. e P.G. in totale assenza dei requisiti necessari, ricevendo in cambio denaro appezzamenti di terreno sull’isola. A seguito di verifica fiscale svolta nei confronti di uno degli indagati e dagli accertamenti bancari sono emersi in fase di indagine elementi che hanno consentito di accertare l’avvenuta fittizia compravendita dei 4 terreni, con annesso immobile, che rappresentavano l’utilità ricevuta per la corruzione.

 

Il Gip del Tribunale di Cassino ha così accolto la richiesta della  Procura ed emesso il provvedimento finalizzato alla confisca per equivalente dei beni sequestrati per un importo pari al profitto del reato (corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio) e derivante dal compenso percepito per il rilascio del permesso di costruire in sanatoria.