Riceviamo e pubblichiamo una lettera indirizzata al sindaco di Ponza Piero Vigorelli da parte dell’operatore balneare che sabato scorso è stato sanzionato dalla Polizia Locale (qui la notizia) e successivamente oggetto da parte del sindaco di un’ordinanza indirizzata alla Sep e ad Acqualatina per la verifica della regolarità degli allacci e nel caso al distacco degli stessi (qui l’ordinanza).
Signor Sindaco, le Sue improvvide dichiarazioni al quotidiano on-line “Latina corriere.it “ circa il finto malore da me inscenato nel corso delle operazioni di sequestro delle mie attrezzature balneari svolte dai Suoi Vigili sabato pomeriggio, mi costringono -mio malgrado- a replicare pubblicamente , a tutela di quella dignità che – Le assicuro – anche noi isolani possediamo e custodiamo gelosamente.
Vede, Signor Sindaco, non basta tirar su due ricciole dai nostri mari , non basta passeggiare per il corso nelle ore di punta, per essere considerato uno di noi: essere isolani è un valore che si legge nei solchi scolpiti dal maestrale sui nostri volti, negli sguardi puntati su un orizzonte sempre troppo lontano, negli inverni sempre troppo lunghi e desolanti, nelle ansie dei nostri giovani e nella rassegnazione dei nostri anziani.
Io , come molti ponzesi, mi chiamo Silverio, una sorta di marchio d’origine che condivido con i tanti che hanno così inteso omaggiare l’illustre Santo Patrono, senza tuttavia doverne necessariamente condividere i destini. Ricordi, Signor Sindaco, che proprio dalle isole, da taluno concepite come luogo di segregazione, si sono spesso levati i venti del riscatto e del desiderio di libertà.
Lei potrà avere il privilegio di ormeggiare il suo bel gozzo là dove i comuni mortali mai oserebbero immaginare ma non quello di saper interpretare la nostra cultura , così finendo per comandarci senza tuttavia riuscire a rappresentarci a pieno.
E forse non è un caso che a presidiare i Suoi poteri abbia chiamato truppe di targa sabauda ( Il Comandante dei Vigili Urbani quest’anno viene da Torino), probabilmente le uniche in grado di osservarci con i Suoi stessi occhi da estraneo , gli unici in grado di multare chi ha l’auto sporca e chi utilizzi l’acqua per lavarla, di sanzionare chi, costretto a lavorare in condizioni impervie abbia messo in moto l’auto prima di salirvi a bordo, di invitarmi al comando a ritirare il verbale con il quale sono stati cancellati d’un tratto passato, presente e futuro e nel contempo infliggermi 78,00 Euro di multa per la sosta del motorino, le uniche costrette a chiederci le generalità prima di crocifiggerci.
Chissà se in un prossimo futuro dovremo ritrovarci ad essere anche amministrati da assessori meneghini piuttosto che bergamaschi o veneziani, così almeno smetteremo di dialogare con loro e non succederà – com’è successo a me – che un assessore ti esorti a riaprire gli ombrelloni per poi vederli nuovamente sequestrati ; non succederà che in Comune ti forniscano i materiali per realizzare strutture poi destinate al sequestro e forse alla confisca.
Il linguaggio della dignità, tuttavia, è universale e non conosce inflessioni dialettali, così come universale è il linguaggio del corpo: purtroppo, Signor Sindaco, sabato pomeriggio non è andata in onda alcuna sceneggiata da dare in pasto ai turisti, ne avrei fatto volentieri a meno, glielo assicuro. La legge stabilirà se avevo o no il diritto di noleggiare quei pochi ombrelloni e lettini che esauriscono le mie uniche risorse di sostentamento; qualcun’altro verificherà se sono stato o meno un buon cittadino , ma non sono un simulatore , non gioco né con la salute né con i sentimenti di pietà che non intendo invocare a fonte del mio futuro.
Lei, Signor Sindaco può autorizzare o censurare le mie iniziative, credere o meno alla mia buona fede, far stazionare le sue truppe ovunque io tenti di lavorare ( saranno sicuramente contenti quelli che , sulla base del principio per cui i controllori possono fare una sola cosa per volta , si sottraggono allo stesso rigore a me riservato) ma c’è una cosa che certamente Lei non può fare : irridere al mio dramma personale e attentare alla mia dignità beffeggiandomi sulla rete. Ho il diritto di violare la legge , se di questo si è trattato, e ho anche il diritto di stare male , a meno che non intenda mettere sotto accusa lo stesso personale , medico e non , del presidio medico di Ponza che ha manifestato sincera preoccupazione per le mie condizioni di sabato , spedendomi dritto a Formia per un controllo cardiologico ritenuto urgente. A proposito, dimenticavo di ricordarLe che neppure il medico del Pronto Soccorso è ponzese e che pertanto è in grado di valutare le condizioni del cuore senza ascoltare le “ragioni del cuore”.
Silverio Gabresù, ponzese