Quando “Donna” è Impresa. Realtà da sostenere con concretezza. 

ECONOMIA & SOCIETÀ

RUBRICA SETTIMANALE 

di Ivan Simeone

Direttore CLAAI Assimprese Lazio Sud

direzione@claai-assimprese.it

Ivan Simeone

Molto spesso, quando parliamo di imprese femminili, rimaniamo fermi ad una analisi “di superficie” analizzando freddamente numeri e percentuali; dati certamente importanti per una lettura iniziale di un qualsiasi fenomeno, ma bisogna riuscire ad andare oltre e capire realmente quali sono i problemi e in quali realtà produttive si muovono le nostre imprese guidate da imprenditrici.

Come “CLAAI Assimprese” abbiamo voluto avviare nei giorni scorsi un tavolo di riflessione, aperto a diverse professioniste ed imprenditrici di Latina, un iniziale brainstorming al femminile.

Abbiamo riunito intorno ad un tavolo diverse stakeholder tra cui Simona Loffredo, che ha coordinato i lavori in qualità di Presidente di Donna Impresa CLAAI, la Presidente della Confesercenti di Latina Susanna Gloria, Federica Censi Avvocato e Assistente parlamentare europeo, la Commercialista Daniela Alviti, Annalisa Guerra Gestore Corporate Banca popolare di Fondi, Laura Figini imprenditrice e in rappresentanza del Soroptimist Club di Latina, la giornalista Graziella Di Mambro e Maria Elea Ciardi dell’ENADIL Ente di Formazione professionale. Padrone di casa Clemente Catalani, Amministratore di Res Nova Srl e dirigete CLAAI.

Una relazione completa verrà elaborata nei prossimi giorni e pubblicata sul sito della CLAAI www.claai-assimprese.it ma la cosa importante è aver “gettato un sasso nello stagno” e aver aperto una riflessione che dovrà essere sempre più inclusiva e concreta, guardando alla possibilità di fare rete, offrire reali servizi e soprattutto sollecitare le Istituzioni ai vali livelli affinché operino concretamente a sostegno del mondo imprenditoriale locale.

Prima di avviare il tavolo di lavoro, abbiamo cominciato a leggere i dati Unioncamere, Movimprese, Osserfare e abbiamo visto che dal 2018 ad oggi, le imprese femminili della nostra provincia hanno subito un lento ma inesorabile, pur impercettibile, declino. Dalle 14735 imprese del 2018, siamo arrivati al 2022 con 14.617. Un leggero cenno di ripresa lo vediamo nel 2022 sul 2021, ma parliamo di poche percentuali.

A livello interprovinciale –Latina Frosinone-, pur con le dovute differenze percentuali, si registra una sostanziale situazione di “stallo” (punto percentuale in più o in meno) e l’andamento si va a rispecchiare con quello nazionale.

Se confrontiamo i dati 2022 sul 2021, vediamo che, complessivamente, vi è un saldo positivo dell’1,06% (+ 154 imprese femminili) per la provincia di Latina e dello 0,52% (+ 70 imprese femminili) per quella di Frosinone. 

Siamo a percentuali minime che “segnano” una sostanziale tenuta con un leggerissimo aumento. Certo, poi bisognerebbe andare a analizzare le singole imprese, i bilanci e la storicità imprenditoriale, ma questa è un’altra storia.

Il dato complessivo delle attività femminili al I Trimestre 2023, in provincia di Frosinone è di n. 13.472 imprese, mentre nella provincia di Latina è di n. 14.515 imprese.

Altro dato interessante (dati I Trimestre 2023), è la graduatoria in percentuale delle imprese femminili, da dove si evince che la provincia di Frosinone, rispetto al totale delle imprese registrate in CCIAA, ha totalizzato un 27,56% (4 posto in graduatoria), contro la provincia di Latina che è 

posizionata al 19 posto con il 25,38%. Solo per una curiosità evidenziamo che l’ultimo posto è Milano con un 17,3%.

A livello nazionale nel 2022 sono venute a mancare oltre 6.000 imprese femminili. Stanno diminuendo le imprese femminili del settore agricolo, del commercio e della ristorazione, anche se ancora sono la maggioranza. Sono invece in aumento le donne che guidano imprese ad alta valenza tecnologica e professioni. Significativa una presenza rilevante di imprenditrici nel settore dell’edilizia.

Ma quali i problemi delle nostre piccole imprese locali, delle tante attività del commercio come dell’artigianato? 

Molte criticità sono emerse nell’ambito della formazione e della gestione del personale, una eccessiva burocrazia che avvolge le piccole attività con mille prescrizioni ed una eccessiva difficoltà di accedere al credito. Si sono rilevate aziende con spesso un importante squilibrio finanziario e con un merito creditizio non sempre positivo, anche a causa di indebitamento anche a causa dell’emergenza sanitaria trascorsa e dell’attuale diminuzione del potere di acquisto, che porta ad una difficoltà economica generale. Una sostanziale mancanza di liquidità. 

Bisogna anche evidenziare che nelle nostre province vi sono diverse imprese che sono una eccellenza ma spesso neanche si conoscono, aziende che operano fuori territorio se non addirittura all’estero.

Altro problema rilevato è la conciliazione tra il mondo del lavoro e della gestione familiare, dinamica che ancora pesa non poco sulla crescita professionale della donna.

Analizzando dati e situazioni reali, è emerso un latente clima di sottile sfiducia generalizzata, che viene da lontano, cui necessita assolutamente reagire in maniera sinergica e concreta, per invertire la rotta, con azioni ed interventi sia di breve che di medio-lungo termine. 

Vi è l’esigenza di una vera “rinascita” culturale, solidale ed economica, partendo dalle nostre Comunità locali, dalla nostra “Politica” locale. Interventi concreti.

Bisogna creare una rete operativa che sia reale e al di fuori dei soliti schemi. 

Vi deve essere una azione politica propositiva ed inclusiva, da parte di tutte le Istituzioni economiche.

Il confronto è aperto.