Residenti quartiere pub sul piede di guerra: “Covid o no situazione insostenibile”

Il comitato del quartiere R0 sul piede di guerra per la riapertura dei locali nel quartiere dei pub, a Latina. “Covid o meno è evidente che qualcosa sia sfuggito di mano” dicono i residenti mostrando le foto di decine di giovani che durante il fine settimana si incontrano nel luogo della “movida”.

“La gravissima situazione – denuncia Patrizio Cianfoni, presidente del comitato Latina Migliore – Rione zero (già comitato spontaneo dei residenti zona pub), con una lettera inviata al sindaco Damiano Coletta – espone tutti i residenti e domiciliati nella zona dove vivo, e più in generale la collettività, a rischi per la salute e non solo (quiete, ordine pubblico, sicurezza, igiene), soprattutto negli ultimi fine settimana con la concessione da parte del Comune  (a cui ritengo, in ipotesi, attribuibile in via esclusiva la responsabilità) degli ultimi stalli di parcheggio liberi (tra l’altro chiusi con nastro a bande bianche e rosse sin dal primo pomeriggio da oltre le due settimane)”.

Mostrano quindi le immagini estrapolate dall’impianto di video sorveglianza installato dal condominio in via Neghelli 19, in esito alle minacce ricevute e già segnalate.

“Ritengo – ha continuato Cianfoni – che sia necessario e doveroso un intervento immediato. Inoltre, alcuno stallo risulta riservato ai residenti o quantomeno alcuna segnaletica risulta apposta. La cosa più triste è che oggi abbiamo cercato di trovare una soluzione con L’assessore Bellini il quale ha riferito che la segnaletica nel parcheggio è stata affissa (noi vediamo solo due cartelli che indicano il rifacimento della segnaletica orizzontale) e ha chiesto da parte dei residenti elasticità.

Tra l’altro 30 parcheggi per tutti i residenti di via Lago Ascianghi, via Neghelli e via C. Battisti mi sembrano assolutamente insufficienti dato che basterebbero per 15 famiglie con due auto a famiglia. Ma i gestori e i proprietari dei pub, circa 35, dove parcheggiano? I residenti della zona sono almeno 500.

Noi come residenti siamo stati e continuiamo ad essere molto elastici (per elasticità intendo disperazione e rassegnazione). Vi abbiamo chiesto più volte di aiutarci e continuiamo a farlo, perché vivere così è divenuta una sofferenza per tutti e, se permettete, riteniamo che la nostra salute, la nostra sicurezza, il valore delle nostre case e quant’altro meritino una tutela maggiore. Gli incontri congiunti per condividere scelte e decisioni non ci sono mai stati e quelli che ci sono stati hanno avuto uno sviluppo unilaterale a favore delle attività dei pub. Certo ci sono i ricorsi al tar che faremo, le denunce che abbiamo già fatto, ma non capisco perché oltre ad aver svalutato completamente il valore delle nostre case ci costringente a spendere ancora e ancora per non fare ciò che sarebbe semplicissimo: controllare il rispetto delle regole”.