Rifiuti a Latina, Aramini: azienda speciale, scelta politica al di là di meri calcoli algebrici

Marina Aramini

Il Consiglio comunale sull’Azienda speciale per i rifiuti di Latina non è stato ancora indetto, la questione per questa settimana resta al vaglio delle commissioni e giovedì 13 luglio approderà in aula, in sede di question time, l’interrogazione di Nicola Calandrini sulle modalità di incarico per lo studio di fattibilità e costituzione dell’azienda speciale al centro interdipartimentale Raffaele D’Ambrosio (Laboratorio di urbanistica e pianificazione del territorio -Lupt) dell’Università degli studi di Napoli Federico II.

Secondo il consigliere di opposizione l’incarico al prestigioso ateneo sarebbe dovuto avvenire con le procedure ad evidenza pubblica. In attesa che l’amministrazione di Lbc fornisca il chiarimento all’esponente di minoranza che ha sollevato il caso, si osserva che nella delibera di giunta 282 sulla documentazione per la costituzione dell’azienda speciale per il servizio di igiene urbana – proposta della giunta al Consiglio comunale – si fa riferimento alla convenzione tra il Comune di Latina e l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, senza mai citare il dipartimento incaricato né il coordinatore dell’incarico. Beh, si dirà, non serve perché è indicato il numero dell’atto, delibera di giunta 282. Giusto. Ciò che non è indicata, invece, è la firma alla relazione illustrativa delle ragioni e della sussistenza dei requisiti previsti per la forma di affidamento prescelta (ex D.L. 18 ottobre 2012 n. 179, art. 34 commi 20 e 21) allegata agli atti della delibera di giunta 282 e che sarà al centro della deliberazione del Consiglio comunale che, almeno a maggioranza e al netto di eventuali di colpi di scena, andrà ad azzerare definitivamente il ricorso da parte del Comune di Latina al bando europeo e alla gara europea congelata da un anno. Non c’è firma, né timbro, ma è sulla base di questa relazione che Lbc intende fare la rivoluzione della gestione pubblica dei rifiuti, sfidando prevedibili ricorsi. La copia pubblicata all’albo pretorio non è quella conforme che arriverà in aula? Può darsi.

Come può darsi che sia tutta una bolla di sapone la vicenda relativa alla necessità di dover procedere a concorso pubblico per l’assunzione del personale della futura azienda speciale Abc che tanto agitano gli attuali dipendenti della fallita Latina Ambiente e le organizzazioni sindacali che aspettano sull’argomento un confronto con il sindaco. Può darsi che i lati oscuri della costituenda azienda speciale contenuti nel cronoprogramma finanziario siano solo dei fantasmi messi in scena dai soliti detrattori. E’ possibile anche questo.

Perché in fondo oggi a rasserenare gli animi, a tranquillizzare la città di fronte ai rischi finanziari che comporta la scelta dell’amministrazione ci pensa la consigliera di maggioranza Marina Aramini in un suo articolo (leggi qui) pubblicato sul sito di Latina Bene Comune. Sorprendente, in particolare, un passaggio: “Ancora una volta si ribadisce che la volontà di gestire i rifiuti è prettamente politica. Direi neanche fondata su meri calcoli algebrici ma sull’idea democratica che i servizi essenziali – come anche la distribuzione dell’acqua –  tornino ad essere un bene comune nelle mani dei cittadini: che attraverso i propri rappresentanti potranno operare un controllo continuo e una partecipazione. E vi pare poco? La Latina Ambiente è fallita perché non c’è stato un serio controllo del suo operato, che trovava inoltre una sorta di paradossale legittimazione nella minoranza delle quote sociali da parte del Comune”.

Che dire? Coraggiosa la consigliera che sull’Abc ci mette la faccia, tanto da affermare che la scelta di Latina Bene Comune non si basa tanto sui meri calcoli algebrici ma sull’idea di ricondurre i servizi essenziali ad una gestione pubblica. Si spera che la consigliera Aramini quei meri calcoli algebrici li abbia esaminati attentamente, anche laddove si riporta – nel cronoprogramma finanziario che spiega il “rientro” del mutuo di oltre 12milioni di euro – che a partire da gennaio 2018 il costo netto di smaltimento e trattamento che sosterrà l’Azienda speciale è pari a zero. Qualcuno dovrà spiegare come sia possibile raggiungere questo obiettivo prendendo in carico una città in cui la percentuale di raccolta differenziata raggiunge forse il 30%.