Rifiuti in odore di camorra, sequestrati a Formia e Gaeta beni dell’ex consigliere regionale campano Ferraro

Beni per tre milioni di euro sono stati sequestrati questa mattina all’ex consigliere regionale della Campania Nicola Ferraro, 56enne di Casal di Principe, imprenditore nel settore di trattamento dei rifiuti, attualmente detenuto in quanto condannato, nel 2015, con sentenza passata in giudicato per concorso esterno in associazione di tipo mafioso.

L’operazione eseguita dalla Polizia di Stato e dalla Guardia di Finanza di Caserta – il decreto della misura di prevenzione patrimoniale è stato disposto dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere – ha interessato anche il Sud Pontino con il sequestro di due fabbricati, uno a Gaeta e l’altro a Formia, di 88 e 92 metri quadrati. Tra i beni sequestrati anche rapporti finanziari e bancari.

L’esecuzione del sequestro dei beni rappresenta l’epilogo della complessa e articolata attività investigativa svolta dalla Divisione Polizia Anticrimine della Questura di Caserta e dal Nucleo di Polizia Tributaria di Caserta che ha permesso di ricostruire gli asset patrimoniali e finanziari nella disponibilità, diretta e indiretta (tramite i suoi familiari), di Ferraro acquisiti – secondo gli inquirenti – con i proventi delle attività illecite commesse nel tempo. La vicenda giudiziaria a carico di Ferraro inquadra lo stesso imprenditore e politico come personaggio colluso, almeno dal 2000 in poi e comunque già prima della sua elezione al Consiglio della Regione Campania avvenuta nel 2005, con i reggenti del “clan dei casalesi – fazioni Schiavone e Bidognetti”, al raggiungimento dei cui scopi avrebbe asservito sia la propria attività imprenditoriale, anche quale amministratore della Ecocampania srl, ora fallita, che quella politica, ricevendone in cambio sostegno elettorale ed un appoggio determinante per la sua stessa affermazione imprenditoriale.

In esecuzione del decreto di sequestro emesso dalla Seconda Sezione Penale, Collegio D, del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere sono stati sottoposti a sequestro in vista della successiva confisca otto fabbricati, all’interno dei quali sono state ritrovate numerose opere d’arte, un terreno, le quote di due società, la Protek srl e la Fin. Cap srl, un’autovettura, due motoveicoli e le disponibilità finanziarie presenti in numerosi conti correnti, conti di deposito e altri investimenti finanziari, per un valore stimato pari a oltre 3 milioni di euro.