“Rio Martino, successo che parte da lontano ma non basta: serve il porto di Foceverde e un sistema integrato di depurazione”

Salvatore De Monaco e Renzo Scalco, ex presidente ed ex consigliere della provincia di Latina, esprimono grande soddisfazione per il completamento del porto-canale di Rio Martino. “Un’opera che è bene ricordare – affermano in una nota stampa – prese avvio grazie al nostro impegno all’interno dell’amministrazione provinciale, all’utilizzo dei fondi per il ristoro nucleare e alla sensibilità dell’amministrazione Zaccheo che mise a disposizione la grande professionalità del professor Noli già impegnato nella progettazione del porto di Foceverde, che rimane un altro obiettivo da perseguire con forza per il rilancio e lo sviluppo della nostra marina e del nostro litorale. Un’opera, inserita anche da Zingaretti nel piano regionale dei porti che darebbe impulso alla nostra economia, alla vocazione marinara del nostro territorio, oltre a risolvere strutturalmente il problema dell’erosione delle nostre coste. Ritornando poi all’infrastruttura portuale di Rio Martino, oggi che i lavori sono quasi terminati e la riqualificazione nel rispetto dell’ambiente è completata, va ribadito che si tratta di un risultato ottenuto grazie anche all’amministrazione Provinciale di quegli anni che ha creduto in quel progetto di sviluppo per il nostro territorio: ci auguriamo pertanto che al momento dell’inaugurazione l’attuale amministrazione non dimentichi chi ha voluto dare avvio a quel progetto come fatto invece in occasione della riconsegna del Vittorio Veneto alla città”.
“In ogni caso ricordiamo alla Presidente Della Penna – si legge nella nota -, che non si può perdere tempo in tavoli intercomunali ma vanno stimolati gli amministratori del capoluogo per far sì che l’opera ormai in via di completamento sia presto fruibile alla città di Latina.
È infatti il Comune di Latina il titolare della concessione demaniale dello specchio d’acqua prospiciente la sponda del proprio territorio. Vogliamo perciò sollecitare gli amministratori comunali, sindaco in testa, ad attivarsi affinché venga approvato e pubblicato il bando per la gestione dei posti barca, del distributore carburanti e del’eventuale linea collegamento con l’isola di Ponza. Rischiamo che la prossima stagione tutto rimanga senza risposte alle esigenze degli operatori e dei proprietari di imbarcazioni. Infine, vorremmo sottolineare che ancora oggi manca un sistema di depurazione a monte che possa garantire la qualità delle acque in transito nel canale che vengono poi scaricate in mare. Così come manca anche un sistema globale che faccia da raccordo a tutta la depurazione delle acque che scaricano sulla costa lungo tutto territorio comunale, dal fiume Astura al Canale delle Acque Alte, già Canale Mussolini, fino al Canale delle Acque Medie a Rio Martino. In quest’ottica proporremmo di valutare attentamente con l’amministrazione Comunale e Acqualatina l’opzione ottenuta dal Governo sotto l’amministrazione Zaccheo che prevedeva la delocalizzazione del depuratore di Foce Verde presso il territorio della centrale nucleare gestito dalla Sogin. E l’ipotesi studiata dalla Provincia, sotto la presidenza De Monaco, di convogliare le acque del fosso Moscarello dentro i tubi di raffreddamento della centrale per scaricare le acque piovane in mare a oltre 600 metri dalla costa. Una soluzione già adottata in altri Comuni”.
L’auspicio di De Monaco e Scalco “è che venga al più presto organizzato un piano d’azione congiunto tra gli enti coinvolti, con l’obiettivo di individuare in maniera sinergica una soluzione condivisa”.
Per Rio Martino gli stessi rivolgiamo un appello al presidente della Provincia Eleonora Della Penna e al sindaco di Latina Damiano Coletta, “perché si impegnino a destinare le future somme derivanti dai fondi per il ristoro nucleare alla risoluzione di questa problematica, che riguarda come già detto, un’opera altamente strategica per il rilancio turistico del territorio comunale di Latina, sopratutto della zona di Borgo Grappa”. “Di fronte ad un progetto su cui sono stati investiti più di sette milioni di euro di fondi pubblici – dicono -, sarebbe delittuoso vanificarne la portata non intervenendo anche su una questione che mette a rischio la qualità delle acque limitrofe e la balneabilità della costa”.