San Felice, immigrazione clandestina: scatta l’operazione Domus Maga Circe

Operazione contro l’immigrazione clandestina a San Felice. I militari della Guardia di Finanza di Latina, coordinati dalla Procura della Repubblica, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip presso il Tribunale di Latina, Giuseppe Cario, nei confronti di due persone. A loro carico le ipotesi di reato di falso e organizzazione aggravata dell’immigrazione clandestina.

L’operazione “Domus Maga Circe” trae origine da un’attività di polizia economico -finanziaria condotta dai finanzieri di Sabaudia, nei confronti di un’agenzia di servizi (costituita solo apparentemente nella forma giuridica di onlus), che ha permesso di portare alla luce un non comune quadro di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, posto in essere – secondo gli inquirenti – attraverso una collaudata attività criminale dedita alla produzione ed all’utilizzo di documentazione amministrativa falsa atta a favorire l’ingresso illegale nel territorio dello Stato di cittadini stranieri. Il tutto studiato e realizzato attraverso un impianto organizzativo perfettamente rodato e altamente remunerativo.

In particolare, l’attività investigativa condotta dalle Fiamme Gialle pontine, sotto la direzione del procuratore aggiunto Carlo Lasperanza, e del sostituto procuratore Giuseppe Miliano, ha consentito di acquisire prove sulla responsabilità dei due gestori della onlus (C.R. di anni 36 e D.M.A. di anni 46).

I militari si sono insospettiti per diversi contratti di affitto, stipulati in favore di cittadini di origine prevalentemente indiana (tutti braccianti agricoli). Si trattava infatti di plurimi contratti che prevedevano una presenza eccessiva di persone formalmente residenti in immobili di piccole dimensioni, oppure di contratti di locazione stipulati all’insaputa dei reali proprietari e quindi totalmente falsi.

Gli atti venivano stipulati e presentati agli Uffici competenti dalla onlus di San Felice, costituita secondo gli inquirenti con lo scopo di promuovere attività di integrazione sul territorio pontino e agevolare i cittadini extracomunitari regolarmente presenti sul territorio nazionale ad avanzare legittime richieste di ricongiungimento familiare con i propri cari ancor nel paese di origine. In realtà l’associazione avrebbe operato come una vera e propria “agenzia di servizi” ponendo in essere un’attività organizzata ripetuta nel tempo con predisposizione e utilizzo di falsi contratti di locazione, al solo fine di permettere, dietro compenso, l’illecito ottenimento del nullaosta per l’ingresso nel territorio dello Stato.

Nello specifico, i titolari dell’agenzia fornivano ai loro clienti – tutti cittadini extracomunitari mossi dallo volontà di ricomporre il proprio nucleo familiare d’origine – documentazione falsa concernente contratti di locazione assolutamente inesistenti e solo apparentemente registrati presso l’Ufficio dell’Agenzia delle Entrate di Latina, nonché altrettante non veritiere certificazioni di idoneità alloggiativa relative ad abitazioni in possesso dei requisiti igienico-sanitari, previsti dalla specifica normativa di settore. Il tutto, sempre secondo gli investigatori, falsamente realizzato mediante l’apposizione di timbri contraffatti riconducibili a diversi uffici tecnici comunali pontini. Documentazione che veniva presentata allo Sportello Unico per l’Immigrazione di Latina che rilasciava il previsto nulla osta per l’ingresso nel territorio dello Stato italiano al fine del ricongiungimento con il cittadino regolarmente immigrato.

Nel corso delle indagini, la Procura della Repubblica di Latina ha disposto l’esecuzione di mirate perquisizioni locali, sia presso le abitazioni degli indagati che presso la sede dell’associazione, che hanno permesso di acquisire ben 171 istanze di ricongiungimento familiare inoltrate nell’interesse di altrettanti cittadini extracomunitari, cui sono seguiti 220 nullaosta. In merito occorre evidenziare che a tali autorizzazioni, in ragione dell’emergenza pandemica in corso, è seguito, in concreto, un effettivo ingresso in Italia solo di 70 persone.