Sei Ore del Fibreno, trionfano Del Duca e Wojtal

Un successo per la Sei Ore del Fibreno, disputata domenica 28 aprile sotto l’organizzazione della asd Scorrendo con il Liri. La corsa è tappa numero quattro del circuito podistico In Corsa Libera. Un appuntamento apprezzato e molto impegnativo nell’oasi naturale del Tremoletto, in via Lungofibreno alle spalle dell’abbazia di San Domenico.

A chiudere per primi la gara sul circuito in ghiaia battuta sono stati Del Duca Marcello Lbm Sport Team, primo assoluto, in seconda posizione Girolami Marco Calcaterra Sport, terzo Altobelli Luca Podistica Avis Priverno.

Per le donne, prima piazza per per Wojtal Agnieszka Malgorzata Centro Fitness Montello, seconda Nappi Rossana Nola Running e terza Apetroaei Ionela Vegan Power Team.

Ottima l’organizzazione della gara che è entrata a far parte del calendario solo lo scorso anno e che ha realizzato la sua seconda edizione e molte le adesioni da parte di podisti che sono giunti anche da lontano.

“Domenica 28 aprile è andata in porto ad Isola del Liri la seconda edizione della Sei ore del Fibreno inserita nel calendario Opes In Corsa Libera – commentano dall’organizzazione – Protagonista assoluto il caldo che ha messo a dura prova i podisti che però ne sono usciti largamente vincitori chiudendo tranquillamente la gara. Gli organizzatori temevano rimostranze da parte di qualcuno/a di loro ma invece si è verificato esattamente il contrario e questa è la prova inconfutabile che gli ultramaratoneti sono atleti di una tempra e di uno spessore fisico e soprattutto mentale, al di fuori del comune riuscendo ad adattarsi a qualsiasi circostanza o avversità imprevista. Infatti ci hanno sommerso di complimenti dopo la gara e nei giorni successivi con messaggi e post di ringraziamento per la location, l’assistenza, il ristoro e la medaglia artigianale che è stata personalizzata a fine corsa esprimendo l’intenzione di ritornare. Tutto ciò ci gratifica enormemente – concludono – perché abbiamo sempre creduto nella Sei Ore che resta una gara di nicchia e comunque poco conosciuta nel basso Lazio ma è altrettanto vero che si tratta di un’esperienza che non potrà mai essere compresa a pieno se non la si prova sulla propria pelle”.