Sezze, Claudio Marrucci presenta il romanzo “Ammettiamo che l’albero parli”

Domenica 4 dicembre, alle 18,00, presso il bar enoteca il Vello d’Oro a Sezze, Claudio Marrucci presenta il romanzo “Ammettiamo che l’albero parli”, edizioni Fahrenheit 451, pagg.283, euro 13,00).

Un giallo mozzafiato

 “Sono un traditore. Avevo giurato che qualunque cosa fosse accaduta non avrei parlato”, si legge nel libro che è stato definito un giallo mozzafiato. Giosuè, un giovane scrittore, in un raptus di ordinaria follia, uccide la madre, Elsa. Accecato dal dolore, s’inventa un suo universo, più reale della realtà. In questo mondo, del tutto autentico, Giosuè incontra Myriam, una ragazza che amerà fino a perdere il senno ma che, nonostante tutto, lo lascerà senza appello. Elaborando il dolore per questa perdita. Giosuè farà i conti con se stesso, fino ad ammettere finalmente il suo delitto. Solo e abbandonato, in una cella di un manicomio, espierà le sue colpe attraverso il suicidio, non prima, però, di riconoscere che la vita è sogno o, forse, incubo. In particolare, è un romanzo scorrevole e colto, raccontato con toni picareschi e citazionistici. Nel libro c’è un grande amore per la poesia e la letteratura e tanta, tanta ironia, non dimentichiamo che l’autore ha origine ebraico-toscane. La follia, una volta tanto, è raccontata anche nelle sue pieghe più nascoste: i personaggi sono potenti e teneri e vivono la favola quotidiana: ora come re, ora come pezzenti.

Una favola crudele come la realtà

“Ammettiamo che l’albero parli” è un continuo pedinamento del sublime, una perenne ricerca d’identità e libertà, una favola crudele come la realtà, potentemente contra la violenza. “La violenza, soprattutto – afferma l’autore –  è da aborrire in quanto tale. Se noi viviamo in un mondo violento dove il piccolo è sempre sopraffatto dal più forte, probabilmente i valori che hanno tenuto assieme la società sino ad ora, hanno esaurito la loro funzione. L’arte e la letteratura – conclude Marrucci – sembrano essere l’unica nostra salvezza”.

Così la scrittrice Tiziana Rinaldi Castro ha giudicato questo romanzo: “Un libro mozzafiato, che lascia il segno, un testo che radica alla terra e abbranca le nuvole”

Claudio Marrucci Laureato in Lingue Moderne alla Sapienza, máster in Profesorado de Lengua Española, licenciado in Filología Hispánica all’Università Complutense di Madrid.Ha pubblicato il suo primo libro a sedici anni, Una Sorda Rabbia, in una collana di – retta da Antonio Veneziani. Da allora, scrive racconti e poesie. Ha ideato e co-diretto la rivista underground, di arte e letteratura, Ciclostile, collaborando, tra gli altri, con Toni Morrison, Elie Wiesel, Pedro Almodóvar, Annie Proulx, Edmund White, Gore Vidal. In Italiano ha tradotto vari autori, tra cui: Reinaldo Arenas, Lewis Carroll, D.H. Lawrence, María Teresa León, Radclyffe Hall. Ha curato una raccolta di arringhe dell’anarchico Pietro Gori e una raccolta di saggi sulla poetessa araba Wallada Bint Al-Mustakfi. Per il Miur si è occupato di lingue italiane di minoranza. In versi, ha pubblicato un omaggio a Miles Davis, Miles (FusibiliaLibri).

la copertina del libro
la copertina del libro