Sezze, conferita la medaglia d’onore al merito civile

Al gonfalone di Sezze, è stata conferita dal Presidente della Repubblica la medaglia al merito civile, per onorare il comportamento nobile e dignitoso tenuto dalla comunità di Sezze nell’affrontare i disastri della seconda guerra. Si tratta di un atto importante per l’intera comunità di Sezze, il grande merito va dato a coloro che hanno operato per l’ottenimento del riconoscimento.       

La relazione allegata alla deliberazione, attingendo a fonti storiche, ricostruisce un periodo storico, breve ma carico di lutti, con l’alto tributo pagato alla guerra dalla comunità sezzese in termini di vite umane, di feriti e mutilati e la distruzione nel territorio. In soli cinque mesi, da gennaio a maggio del 44, sono oltre quaranta gli eventi bellici accertati che colpiscono la popolazione e il territorio di Sezze. Nessun luogo è logicamente sicuro, si muore dentro le case, nelle chiese, nelle grotte, lungo le strade, nel centro abitato e in aperta campagna e si continuerà a morire e a ferirsi per l’esplosione di mine disseminate.

La popolazione sezzese, ha saputo assumere orgogliosamente comportamenti solidali e civili, a differenza di chi ha preferito darsi alla fuga. Due sono i bombardamenti che mietono il maggior numero di vittime, il 25 gennaio si abbatte nella zona di Santa Maria e una ventina di persone resta sotto le macerie, il 21 maggio, viene colpita l’area della chiesa di Sant’Andrea, le vittime sono una settantina. Il numero stimato dei morti nel periodo supera le centoventi unità e tanti i bambini morti per la loro ingenuità li ha resi più indifesi ed esposti. Pur sottoposti a bombardamenti continui, i sezzesi riescono a proteggere gli ebrei ad aiutare i compaesani dai soprusi.

Diversi sono gli episodi bellici e diverse le persone che suscitano un sentimento di riconoscenza e meritano di essere additate per l’esempio dato. Tra quelli particolarmente significativi ricordiamo: Margherita Bondì, morta nelle camere a gas di Auschwitz;  Elide Rosella, morta per resistere alla violenza dei soldati del CEF;  Oliva Spaziani, incinta al settimo mese di gravidanza, morta per ferita da armi da fuoco ricevuta da soldati del CEF; Aldo Bottoni, partigiano fucilato dai nazisti; Giuseppe Lombardo, carabiniere, morto per portare soccorso durante il bombardamento; Andrea Novelli, morto insieme a Salvatori Crocefissa, donna disabile, nel tentativo di salvarla.