Sezze, “Immagini, parole e sapori”: fotografia e letteratura alla scoperta delle terre arcaiche dell’Agro Pontino

“Immagini, parole e sapori” è uno dei tanti appuntamenti della prossima Sagra del carciofo di Sezze, che si svolgerà dall’11 al 15 aprile. Organizzato dall’Atelier Angelus Novus onlus con il patrocinio dell’Amministrazione comunale, l’evento si terrà giovedì 12 aprile alle 17,30 presso l’Antiquarium comunale.

Due le iniziative in programma: la mostra fotografica “Il Gusto di Guardare” di Alessandro di Norma e la presentazione del libro “A Tavola nella Terra del Mito” (Edizioni Ponte Sisto) di Roberto Campagna. Oltre ai due autori, interverranno: il sindaco di Sezze Sergio Di Raimo, il presidente del Consiglio comunale Enzo Eramo, l’assessore alla Cultura e Attività Produttive Pietro Ceccano, il consigliere comunale Ernesto Di Pastina, lo storico Luigi Zaccheo e il poeta Antonio Veneziani. Coordinerà: Simone Di Giulio, giornalista di Latina Oggi; letture di Maria Borgese, attrice e danzatrice.

Le foto della mostra non sono altro che una parte delle immagini, ingrandite, che hanno illustrato lo stesso libro di Campagna, un viaggio enogastronomico nei territori delle città arcaiche dell’Agro Pontino. La luce in particolare, con i suoi tagli, è stata la “penna” utilizzata da Alessandro Di Norma per narrare questo viaggio tra i cibi.

In pratica, con la tecnica del reportage, ha tentato di coglierla nella sua naturalezza e con quella del “light painting” ha cercato la grande profondità attraverso la sua progressione e nello “still life” i netti contrasti hanno dato ai soggetti un “vestito” accattivante, serio e a volte tenebroso. Un lavoro complesso, mai banale. Allo studio fotografico Di Norma, infatti, ha preferito il piccolo caseificio tra i monti Aurunci o le stalle di bufale nell’Agro Pontino, rischiando di trovarsi la scheda fotografica piena di scatti inutilizzabili.

«Ma è stato – afferma – un lavoro gratificante. Ricco di incontri, di scoperte. Non sta a me giudicare la qualità delle fotografie che accompagnano la lettura di questo libro, o se desteranno curiosità o annoiato interesse. Ma se susciteranno anche solo una piccola ed effimera emozione, avranno raggiunto il loro scopo; perché il cibo non è solo alimento: è storia, cultura, tradizione, fatica, ricchezza, miseria, orgoglio, benessere, tecnica… È tutto ciò che produce legami sociali; è ricordo, speranza, amore, dolore… E fotografarlo – conclude Di Norma – vuol dire assumersi la responsabilità di raccontare tutto questo. Vuol dire sporcarsi con la stessa terra arata dal contadino; impolverarsi con la stessa farina del fornaio; avere le mani appiccicose che conosce solo chi ha appena raccolto un grappolo d’uva; soffrire lo stesso sonno dei pastori; la stessa sete dei raccoglitori di pomodori.»

Di Norma e Campagna hanno fatto assieme il viaggio in quella che può essere considerata la “terra del mito”, facendo tappa in tutti i territori delle città arcaiche pontine: Anxur, Circeii, Cora, Norba, Privernum, Satricum e Setia. Nei loro posti o nelle immediate vicinanze sono nate rispettivamente Terracina, San Felice Circeo, Cori, Norma, Le Ferriere (Aprilia) e Sezze. Invece Circe, Cerere, Diana, Feronia, Giunone, Mater Matuta, Minerva, Pomona, Salacia, Vesta e Venilia sono le antiche e misteriose divinità femminili che vi abitavano, in quelle città. E insieme a Camilla e Ninfa, donne amazzoni, animavano le acque, i boschi, le montagne, i campi e i pascoli. Proprio grazie alle acque, ai boschi,
alle montagne, ai campi e ai pascoli, il territorio della provincia di Latina è diventato uno dei più ricchi giacimenti golosi italiani. Ma forse lo era già a quei tempi, quando per l’appunto le divinità femminili “scorrazzavano” in lungo e in largo, la Regina Camilla si faceva uccidere per aiutare Turno, il re dei Rutuli, e Ninfa si gettava per la disperazione nell’omonimo lago e la Maga Circe trasformava le sue vittime in animali. Da ricordare che quest’ultima ridusse gli uomini di Ulisse in porci prendendoli per la gola e con l’inganno: li invitò a partecipare a un luculliano banchetto dopo aver farcito le stesse vivande d’incantesimi. Cercò di far diventare una bestia anche lo stesso Ulisse. Lui, Ulisse, però la beffò aggiungendo l’erba magica del dio Ermes al vino “Pramno” che lei stessa servì in abbondanza «perché con questo della patria l’obblio ciascun bevesse».

«Quello del cibo al mito – sottolinea Campagna – è un accostamento che potrebbe diventare la chiave di volta dello sviluppo futuro dell’Agro Pontino».

L’evento si concluderà con una degustazione di prodotti tipici locali: vini Sant’Andrea, dolci di Sezze, liquori Aurora, oli Colline Pontine Dop e olive Gaeta Dop.