Siti inquinati ad Aprilia, anche la Regione dimentica La Cogna

Lunedì pomeriggio, in Prefettura a Latina, si è tenuto un vertice che ha visto riuniti allo stesso tavolo il Prefetto di Latina Maria Rosa Trio, l’ingegnere Flaminia Tosini responsabile della Direzione regionale politiche ambientali e ciclo dei rifiuti della Regione Lazio, il procuratore aggiunto Carlo Lasperanza e il sindaco di Aprilia Antonio Terra.
Allo studio la bonifica per due siti altamente pericolosi della città: il deposito di rifiuti speciali stoccato all’interno dei capannoni dell’Asea (azienda che operava tra via dell’Industria e via della Meccanica realizzando interni di autovetture) e il deposito di fusti contenenti prodotti chimici situato lungo via Nettunense.
Dopo anni di immobilismo (il capannone ex Asea era stato sequestrato il 2 agosto del 2016) una soluzione sembra essere stata trovata in un momento peraltro “caldo” per la città, che vede l’approssimarsi non solo delle elezioni comunali ma anche della conferenza di servizi che dovrà valutare il progetto di installazione di una discarica in zona Casalazzara. La soluzione consisterebbe nell’acquisto da parte del Comune dei capannoni e delle arie trasformate in discariche (quelli invia dell’Industrie valgono ormai poco meno di 300 mila euro) e nel finanziamento da parte della Regione Lazio della loro bonifica (solo per l’ex Asea servirà circa un milione di euro).
Una soluzione trovata in extremis che un po’ spaventa i comitati costituitesi per dire no alla discarica di Casalazzara che vedono in questo accordo con la Regione una comunione d’intenti ritrovata che potrebbe ammorbidire la posizione dell’amministrazione comunale (che potrebbe fregiarsi dell’aver risolto un problema annoso) in sede di conferenza di servizi.
Un risultato comunque importante quello che pare essere stato ottenuto lunedì, in una riunione che però non ha trattato un altro tema essenziale per la salute pubbliche apriliana, quello della ex cava trasformata in discarica in zona La Cogna. Una bonifica certo più complessa (vista la vastità dell’area) e per la quale nel 2002 erano stati stanziati anche 650 mila euro dalla Regione Lazio (mai utilizzati dal Comune che nel frattempo ha però sanato sulla zona 52 nuclei abitativi abusivi). Un problema rimasto irrisolto e che non si ben comprende perché non venga essere preso in considerazione.